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Bisogna lottare per raggiungere il cielo! Ed ecco come fare

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Catholic Link - pubblicato il 03/12/21
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Vale la pena di lasciar agire Gesù Cristo nella nostra anima per guadagnarsi il cielo

di padre Juan Carlos Vásconez

Nel cristianesimo, fin dalle origini è stato chiaro l'obiettivo: guadagnarsi il cielo. O, se si vogliono usare altre definizioni, ereditare la vita eterna, partecipare al banchetto celeste, godere la Santissima Trinità...

Nei Vangeli troviamo un passo in cui un giovane ricco interpella direttamente il Messia al riguardo: “Mentre Gesù usciva per la via, un tale accorse e, inginocchiatosi davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?»” (Mc 10, 17; Mt 19, 16). 

Guadagnarsi la vita eterna è quello che interessa a tutti noi. È al centro degli insegnamenti di genitori e catechisti, e appare fin dai primi passi che compiamo nella fede cristiana.

È la meta, l'obiettivo, a cui vogliamo arrivare tutti noi che seguiamo Gesù.

Difficoltà del cammino

Pochi giorni fa ho visitato una casa di accoglienza di gente che vive nell'indigenza, assistita da suore della Toca de Asís.

La Toca de Asís (Toca = umile capanna) è una fraternità cattolica che si ispira agli insegnamenti di San Francesco d'Assisi nel suo zelo eucaristico e nell'amore per i poveri. È formata da religiosi, i Figli e le Figlie della Povertà del Santissimo Sacramento.

La casa è situata in un quartiere del centro di Quito (Ecuador), e vi vivono varie suore che si dedicano completamente a questo lavoro. È pensata per le persone che non hanno un tetto.

Nella nostra visita abbiamo incontrato un uomo anziano che veniva dal nord del Paese (quello che si vede nelle fotografie). Ci ha raccontato che nel corso della sua vita aveva preso molte decisioni sbagliate che avevano finito per distruggere la sua famiglia, e che aveva perso il lavoro ed era finito a vivere di carità.

Un uomo che all'inizio aveva una vita promettente era finito ai margini.

Tutta colpa delle decisioni sbagliate: lasciarsi trascinare dalle tentazioni, dai consigli sbagliati, dalle cattive amicizie che lo hanno portato sulla via dell'alcool e poi delle droghe.

In questo caso potremmo riflettere sulla domanda del giovane ricco: cosa devo fare per guadagnarmi la vita eterna?

La risposta di Gesù

Gesù ci dice cosa serve per guadagnarsi il cielo: vivere e mettere in pratica i comandamenti dlela Legge di Dio.

Lo dice chiaramente al giovane ricco: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, onora il padre e la madre...

Il giovane dice a Gesù una cosa che il Maestro già sapeva: “Tutte queste cose le ho osservate”.

Gesù allora formula per il giovane un livello più alto di donazione: vendere tutto ciò che ha e seguirlo.

Come spiega questa meditazione che condivido con voi, bisogna vivere senza paura della vita e senza paura della morte.

Vale la pena di lasciare tutto? 

Quando capiamo chiaramente che vale la pena sopportare un giorno dopo l'altro, un mese dopo l'altro, un anno dopo l'altro, la vita intera, perché poi ci aspetta l'amore in cielo, quante luci abbiamo!

Vale la pena di considerarlo molte volte nella nostra preghiera. Bisogna creare nella nostra anima come un serbatoio che raccolga tutte queste grazie di Dio: la chiarezza, la luce, la dolcezza della dedizione.

E quando verranno l'oscurità, la notte, l'amarezza, che nella vita di ciascuno arriveranno sicuramente, la soluzione sarà gettarsi nelle acque limpide della grazia del Signore che abbiamo immagazzinato.

Anche se in quel momento siamo ciechi, anche se siamo secchi, possiamo sentirci irrigati dalle acque che escono dal cuore di Cristo fino alla vita eterna. E allora, persevereremo nella lotta.

Bisogna lottare di più per raggiungere il cielo

San Josemaría ci dice che non arriverà mai un momento in cui tutto sarà più facile: “Passeranno gli anni, ve lo dico per esperienza, e bisogna continuare a lottare, anche con più forza, perché il diavolo si presenta in modo più contorto”.

Bisogna essere pronti alla lotta perché il cielo vale la pena. 

È un costume nella storia della Chiesa che noi cristiani ricorriamo allo spirito di penitenza e di mortificazione come mezzo di progresso spirituale e come modo per guadagnare anime per Dio. Soprattutto nel compimento dei doveri quotidiani.

Senso di responsabilità. Lottiamo contro tutto ciò che può rappresentare un pericolo di renderci tiepidi, con la convinzione che se non c'è vita interiore, se non c'è lotta, e questa è la vita interiore, allora c'è morte.

Se vogliamo salvarci, dobbiamo lottare contro i nostri difetti e le cose che vanno contro i comandamenti.

Per farlo dobbiamo credere fermamente nella Resurrezione, solo da lì possiamo lottare per essere migliori e aiutare altri a salvarsi.

Vale la pena di lasciar agire Gesù Cristo nella nostra anima per guadagnarsi il cielo!

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