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Il volto di Gesù Misericordioso secondo la visione di p. Dolindo Ruotolo

JEZUS
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Anna Gębalska-Berekets - pubblicato il 26/11/21
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Sulla tomba del Servo di Dio a Napoli è appeso un quadro di Gesù dipinto in base alla visione del chierico. “Confida in Dio! Quando verrai alla mia tomba, tu bussa, anche dalla tomba io ti risponderò: Confida in Dio!”, è inciso sulla lapide

La tomba di padre Dolindo Ruotolo si trova nella chiesa di San Giuseppe dei Vecchi a Napoli.

Il volto di Gesù è visibile sul luogo del suo riposo eterno.

Il sacerdote ordinò di dipingere un quadro qualche anno prima della sua morte. La storia della realizzazione di questa immagine è straordinaria, e vale la pena di conoscerla!

Gesù, pensaci tu”

Padre Dolindo girava a volte con un sacco pieno di pietre. Li chiamava “sacchi preziosi per il cielo”. Questa è stata una delle tante forme di penitenza che ha offerto per la salvezza delle anime.

Chiamava benefattori i suoi persecutori perché gli davano l'opportunità di sperimentare la sofferenza che lui associava alla sofferenza di Gesù sulla croce.

Il monaco aveva anche le stigmate. Pochi sapevano della sua profonda ferita sulla spalla destra.

Spesso chiedeva la grazia della conversione delle persone a lui vicine. “Gesù, pensaci tu”, ripeteva nei momenti difficili.

Gesù chiese che dipingessero la sua immagine

Una delle sue figlie spirituali è stata Lucia Altomare La Porta. Un giorno, padre Ruotolo gli chiese di dipingere un'immagine di Gesù.

Gli spiegò ogni dettaglio: voleva che il volto del Salvatore assomigliasse a quello della Sindone di Torino.

Voleva anche che assomigliasse a quello di una fotografia misteriosa scattata da una donna messicana. La foto fu scattata nel 1957. Una donna fotografò il tabernacolo, e dopo aver sviluppato la foto, anziché il tabernacolo e dell'altare si vedeva solo l'immagine di Gesù.

Lucia era terrorizzata, e non era sicura di poter riuscire nell'intento, ma alla fine assunse il compito.

Prima che la pittrice iniziasse il suo lavoro, il sacerdote benedisse le sue mani e i suoi strumenti. I primi tre bozzetti vennero respinti dal monaco perché non assomigliavano alle immagini scelte per essere rappresentate.

La donna disse di non essere la persona adatta a quel lavoro, e chiese al religioso di cercare un altro artista.

Padre Dolindo portò allora Lucia in chiesa e le disse di inginocchiarsi. Le mise un rosario sulla testa, la benedisse e aggiunse:

“Ora non devi preoccuparti più, affidati a Gesù, e non sarà più quello che dipingerai tu, ma quello che Gesù farà con le tue mani”.

P. Dolindo Ruotolo: “Questa immagine convertirà la gente”

A lavoro ultimato disse: “Sì, è lui!” Nel nome di Gesù, ringraziò Lucia con queste parole:

“Quando mi hai dipinto e il tuo pennello immerso nel tuo amore ha delineato i tratti dei miei occhi, stavo guardando te e la tua famiglia”.

Sul retro dell'immagine dipinta, il sacerdote scrisse:

“Ogni copia di questa immagine è come un grido, una preghiera al mio Regno d'Amore”.

Disse anche che quel volto di Gesù avrebbe aiutato le persone a convertirsi. “Questa immagine convertirà la gente”, diceva spesso p. Dolindo.

Nel dipinto menzionato, Gesù ha bellissimi occhi azzurri, il suo sguardo è profondo e toccante. Il Salvatore sorride dolcemente.

Sfortunatamente, l'originale del quadro è stato rubato, ma la Provvidenza voleva che una copia fotografica dell'immagine si diffondesse nel mondo, moltiplicando i favori promessi.

Gli occhi che dipinsero Gesù non possono vedere nell'oscurità”

I fedeli che hanno pregato davanti all'immagine di Gesù hanno sperimentato guarigioni miracolose nel corpo e nell'anima. Una di queste persone è stata Lucia, che ha realizzato il dipinto.

Dopo aver dipinto il volto del Salvatore smise di vedere, ma col tempo miracolosamente recuperò la vista.

“Gli occhi che dipinsero Gesù non possono vedere nell'oscurità”, le disse p. Dolindo Ruotolo.

Chiunque arrivi sulla tomba del chierico italiano guarda questa immagine. I pellegrini chiedono la grazia della guarigione per sé e per i propri cari.

Grazia Ruotolo, l'unica parente vivente del mistico napoletano, visita regolarmente la tomba di suo zio. Suo padre, Umberto, era cugino di p. Dolindo.

In un'intervista rilasciata ad Avvenire, ha parlato delle emozioni che prova ogni volta che visita la tomba dello zio.

“Ha lasciato un testamento spirituale che, anche dopo la morte, sarà sempre con chi viene qui”, ha spiegato.

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Fonti: J. Bątkiewicz-Brożek, Jezu, Ty się tym zajmij. Tajemnica księdza Dolindo, Kraków 2018 [Gesù, pensaci tu. Il segreto del sacerdote Dolindo, Cracovia, 2018] cooperatores-veritatis.org; lalucedimaria.it; lanuovabq.it.

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