L'afflizione dei sacerdoti come beatitudine è stata il tema di una breve riflessione condivisa da p. Luis Fernando, della parrocchia di Nostra Signora delle Grazie a Itumbiara (Brasile). Il presbitero l'ha pubblicata sulla sua rete sociale, parlando delle afflizioni che la vocazione del sacerdote comporta in questa vita e tracciando una relazione tra queste afflizioni e le beatitudini.
Ecco il testo condiviso da p. Luis Fernando:
“Beati gli afflitti...
Il sacerdote è un vero afflitto nell'accezione migliore del termine nelle Beatitudini.
È colui che si affligge in primo luogo per il bene dei fedeli, per la loro salvezza.
Si affligge per cercare di essere ogni giorno più santo per santificare il suo popolo.
Si affligge quando prega per diventare sempre più uomo di preghiera.
Si affligge quando si sacrifica per il bene del suo popolo. È per i fedeli che lavora quando tutti riposano. È per loro che si sacrifica quando tutti si divertono. Per loro.
Si affligge se la sua vita non si è ancora conformata totalmente al sacrificio di Cristo per la salvezza del mondo, e vuole conformarsi sempre più a Lui per redimere in Lui l'uomo.
Beati gli afflitti perché saranno consolati. Avranno l'anima 'quale giardino ben irrigato. Di fame e di sete non avranno mai più a soffrire'. Del suo Cibo si nutriranno tutti coloro che sono Suoi.
Guai a coloro che non si affliggono e vivono confortevolmente nel loro castello venendo serviti.
Questi non amano Dio, non servono il popolo e non si santificano. Hanno bisogno di riscoprire l'essenza del ministero sacerdotale”.
Nel Vangelo delle Beatitudini, Gesù ci dice che saranno consolati gli afflitti, cioè quelli che sono provati nella fede, e per questo sono beati. È in questo contesto, ovviamente, che si inserisce la questione dell'afflizione dei sacerdoti.