Parte dalle Marche la nuova parabola della sanità italiana, dove "Mario" (nome di fantasia), un tetraplegico da 10 anni a causa di un incidente stradale ha ottenuto, con l'aiuto dell'associazione radicale "Luca Coscioni" che lo ha sostenuto legalmente, il cosiddetto "diritto alla morte", seguendo quella linea che aveva condotto alla assoluzione, nel 2019, di Marco Cappato dall'accusa di agevolazione nel suicidio di Dj Fabo.
La storia di Mario
L'ANSA ricostruisce la vicenda in maniera sintetica:
Una falsa libertà?
"Mi sento più leggero, mi sono svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni". Questo, rende noto l'Associazione Luca Coscioni, il commento di Mario dopo aver letto il parere del Comitato etico. "Sono stanco e voglio essere libero di scegliere il mio fine di vita. Nessuno - dice in un video - può dirmi che non sto troppo male per continuare a vivere in queste condizioni", e "condannarmi a una vita di torture. Si mettano da parte ideologie, ipocrisia, indifferenza, ognuno si prenda le proprie responsabilità perché si sta giocando sul dolore dei malati".
Parole di grande sofferenza da parte di un malato in condizioni di non poter vedere miglioramenti a causa del trauma, ma anche un fallimento della società e delle istituzioni che non ha saputo rendere piena la vita di Mario dopo l'incidente
La Chiesa sempre presente
Avvenire riporta come negli ultimi mesi esponenti della comunità ecclesiale marchigiana avevano espresso solidarietà e condivisione per le condizioni di vita e la sofferenza di Mario, ma anche la consapevolezza che la vita è e resta valore indisponibile, sempre e comunque, invocando che le istituzioni anziché dare la morte a un paziente facciano tutto il possibile per alleviare le sofferenze di pazienti in condizioni analoghe a quelle di Mario.
Dal canto suo, nel pomeriggio, la Pontificia Accademia per la Vita, presieduta da Monsignor Vincenzo Paglia è intervenuta con una nota in cui ribadisce il ruolo delle cure palliative e il rispetto per la vita tutta, e affida alla stampa una riflessione sul senso profondo del cedimento del concetto stesso del "prendersi cura" sostituito dalla liceità della "reciproca soppressione":
aggiornamento ore 18:23