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Divorziati, hanno scelto di restare fedeli al coniuge assente

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Mathilde De Robien - pubblicato il 23/11/21
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Siccome il vincolo coniugale permane (oltre la separazione e il divorzio), alcuni divorziati rendono testimonianza della loro fedeltà a Cristo e al loro coniuge. Una maniera certo dolorosa e talvolta difficile – qui esemplata in due storie – di rispondere alla vocazione all’amore che Dio desidera per ciascuno.

Per quanto possa sembrare paradossale, Marie e François* – entrambi divorziati – desiderano restare fedeli al loro sacramento nuziale. Un desiderio che s’impone loro come un elettrochoc. Un desiderio ancorato nel fondo del loro cuore e che si è rivelato attraverso le parole di un prete. 

Marie ha 62 anni, è stata sposata per una decina d’anni prima di divorziare, all’età di 36 anni, ed è madre di due figli. La sua vita di coppia ha cominciato ad attraversare momenti difficili con la nascita dei bambini: 

François, 60 anni, è sposato (ci tiene a sottolineare il presente) da 36 anni e divorziato civilmente da una ventina d’anni. È padre di tre figlie. Lui e la moglie si dedicavano molto ai rispettivi lavori; avevano messo da parte Dio, contando sulle loro forze proprie. Progressivamente, «i loro cammini di vita sono diventati cammini di solitudine». 

«Nel matrimonio non siete due, ma tre» 

Queste situazioni dolorose e i divorzi che ne sono risultati hanno sconvolto le loro esistenze. Marie racconta di essere arrivata a un passo dal suicidio e di non essere sopravvissuta che per il pensiero dei suoi due figli, che all’epoca avevano 6 e 3 anni. Resta ancora in lei un immenso interrogativo sul senso della vita, del matrimonio e della prova che attraversa. 

Leggendo il libro Refaire sa vie ? Lettre ouverte à une divorcée ([Rifarsi una vita? Lettera aperta a una divorziata, N.d.T.] EdB, 1996), del padre Michel Martin Prével, una frase le ha dischiuso un’altra prospettiva: 

Anche François, da parte sua, confida: 

Padre Michel Martin-Prevel – padre, nonno e prete, molto impegnato accanto alle coppie in difficoltà attraverso il percorso Tobie et Sarah e numerose altre opere – precisa ad Aleteia che il matrimonio impegna effettivamente tre entità: Dio, l’uomo e la donna. 

«Tu sei sposato» 

Quando la moglie di François chiese di terminare la loro vita comune, fu un cataclisma. Una volta pronunciata la sentenza di divorzio, l’uomo si domandava che senso dare alla “vita di dopo”. Lui che si era allontanato dalla pratica religiosa tornò regolarmente a messa e trovò nel sacramento della riconciliazione un balsamo per lenire le ferite, nonché la grazia di perdonare sé stesso e la moglie. 

Un giorno il prete gli disse questa semplice parola: «Tu sei sposato». 

L’amore è possibile anche nella separazione 

«Essere fedeli nella separazione – osserva padre Michel Martin-Prével – è anche un modo molto vero, benché paradossale, di vivere l’amore». 

È proprio quello che oggi dice anche François: 

Sottolinea padre Michel Martin-Prével: 

Questa disposizione del cuore è facilitata dalla vita di preghiera, dall’Eucaristia e dal sostegno di una comunità fraterna, come propone ad esempio la Communion Notre-Dame de l’Alliance, che raccoglie uomini e donne impegnati nel matrimonio sacramentale e che vivono soli in seguito a una separazione o a un divorzio. 

Essi fanno proprie le parole di Cristo: «Non osi l’uomo separare ciò che Dio ha unito» (Mt 19,6). 

Genitori insieme 

In Amoris Lætitia Papa Francesco ha raccolto delle parole molto forti che aveva già pronunciato in merito ai figli di genitori divorziati. Egli offriva con quelle una linea di condotta chiara: 

François è stato profondamente toccato da queste parole della sua moglie divorziata: «Ne nostre figlie sono fortunate ad averti per padre». Possano tutti i genitori separati abbracciare insieme e col medesimo slancio l’educazione dei loro figli, perché 

François si spinge anche un poco oltre: prendersi a cuore il ruolo di padre è per lui un modo di restare fedele. «Assumendo la mia paternità – dice – mi avvicino al cuore di madre di mia moglie». 

*: i nomi sono stati cambiati

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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