Per Edith Stein (1891-1942), filosofa tedesca di origine ebraica, divenuta religiosa carmelitana e morta il 9 agosto 1942 nel campo di sterminio nazista di Auschwitz, non bisogna esitare ad abbandonarsi a Maria nella fede profonda.
Studentessa di Filosofia, Edith Stein fu la prima donna a presentare una tesi in questa disciplina in Germania. Proseguì poi la sua carriera come collaboratrice del filosofo tedesco Edmund Husserl, il fondatore della fenomenologia. Una lunga evoluzione intellettuale e spirituale la condusse al cattolicesimo, e nel 1921 ricevette il battesimo.
«Cristo è il punto centrale della mia vita», scrisse al filosofo polacco Roman Ingarden poco dopo la sua conversione. Avviò allora l’arduo compito di imparare a pregare nello spirito dell’Evangelo. Amava la preghiera silenziosa, l’adorazione o ancora la contemplazione. Poco a poco, la giovane convertita cominciò a meditare le opere di santa Teresa d’Avila e di san Giovanni della Croce.
La giovane filosofa venne allora affascinata dall’attitudine di Maria per come emergeva dalle descrizioni dei due mistici. Ai suoi occhi, Ella assecondava il Signore restando con Lui in un’intimità unica al mondo. È così che spiegava in una conferenza intitolata La donna e il suo destino:
Più tardi, entrando al Carmelo, Edith Stein (che avrebbe assunto il nome religioso di suor Teresa Benedetta della Croce) si sarebbe lasciata guidare dalla Vergine Maria: sarebbe stata questa a introdurla a fondo nel Mistero di Cristo. Alla sua vocazione di carmelitana la Filosofa avrebbe risposto col sentimento di vivere ai piedi della Croce insieme con Maria:
La Vergine, che custodiva nel proprio cuore tutte le parole che Dio le rivolgeva, è il modello di quelle anime che ascoltano attentamente. In loro, la preghiera di Gesù Sommo Sacerdote continua sempre a vivere. E le donne che, a sua immagine, si immergono – dimentiche di sé – nella vita e nelle sofferenze di Cristo, sono predilette dal Signore e scelte per diventare suoi strumenti, e così compiere grandi opere nella Chiesa.
Un’immaginetta della Vergine
Edith Stein ama le immaginette della Vergine. Anche quelle kitsch non la irritano, al contrario diventano per lei segni d’amore alla madre di Cristo. Poco tempo dopo i suoi voti, il 15 aprile 1934, quando dunque era già carmelitana, suor Teresa Benedetta della Croce mandò delle foto commemorative ai suoi amici. Su di una sta il blasone del Carmelo. Sull’altra l’immagine della santa Vergine Maria del Monte Carmelo. In una lettera al nipote Werner, figlio della sorella maggiore Elza, la religiosa scriveva:
A dicembre, mentre viveva il suo primo Avvento nel Carmelo, scrisse una lettera a Jacques Maritain, filosofo francese, per fargli gli augurî di Natale. E di nuovo allegò una riproduzione di un quadro dell’Annunciazione spiegando: «Forse una foto con la Madonna le darà un po’ di gioia».
Questa grande figura della Chiesa, insomma, sapeva esprimersi con la semplicità e l’umiltà dei grandi cuori.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]