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Per Sant’Agostino il matrimonio è tra uomo e donna. E ha un fine preciso

AUGUSTINE OF HIPPO

Sant'Agostino di Ippona è stato uno dei teologi più importanti nella storia della Chiesa.

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 18/11/21
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"Fides e sacramentum". Così l'autorevole teologo ha spiegato che l’unione tra uomo e donna ha il compito primario e universale di edificare l’umana societas

Il matrimonio è indissolubile, “edifica” la società, ed è finalizzato alla procreazione: questo è il punto di vista di sant’Agostino. Gilfredo Marengo lo spiega nel suo libro “Chiesa Sesso Amore” (edizioni San Paolo).

Il santo teologo, per affermare questa sia tesi, ha maturato nel tempo il convincimento che gli atti propri della sessualità sarebbero appartenuti all’umanità anche prima del peccato originale.

SAINT AUGUSTINE

La distinzione 

Immaginare la possibilità di rapporti sessuali prima del peccato originale, osserva Marengo, rilanciando il pensiero di sant’Agostino, esigeva di distinguere in essi quanto apparteneva loro in principio, da quanto, invece, era stato l’esito disordinato causato dalla colpa adamitica. 

Muoversi in questa direzione rendeva anche possibile illuminare in maniera convincente tutto quanto era pertinente al bonum coniugale esplicitato in fides, proles, sacramentum.

Il matrimonio e l’umana società 

Basandosi su questi tre elementi è iniziato un primo tentativo di riflessione sistematica sul matrimonio. Esaminati nei modi con cui sant’Agostino li ha esposti per la prima volta, tali elementi restituiscono una comprensione della relazione coniugale, preoccupata di metterne in luce il ruolo tutto speciale nell’edificazione e sviluppo dell’umana società.

In quanto ordinata a tale finalità, si legge nel libro “Chiesa sesso amore”, la relazione coniugale era doverosamente presente fin dall’inizio della creazione. E in nessun modo la si doveva immaginare come conseguenza negativa del peccato.

Maschio e femmina li creò

Per sant'Agostino, affidare al matrimonio il compito primario e universale di edificare l’umana societas, essendone un fondamentale elemento di base, poneva in primo piano il suo carattere di legame e patto. Cioè una relazione di amicizia e parentela a cui il Creatore aveva destinato gli uomini, creandoli maschio e femmina.

Fides e sacramentum 

La forma adeguata di questa relazione venne espressa da sant'Agostino con le categorie di fides e sacramentum. In forza delle quali il legame tra gli sposi – per natura sua – non era riducibile a un mero atto giuridico di cui essi potessero disporre liberamente. Il contenuto di questo patto, infatti, richiedeva ad entrambi una reciprocità tale da impedire loro di recedere da esso. 

La fides fissa pertanto un “per sempre” a cui tutti gli uomini sono tenuti e che, per i fedeli cristiani, trova speciale sanzione nel sacramentum. Questo termine è ampiamente utilizzato per sottolineare la sacralità del vincolo sponsale, ma ancora distante dal suggerire l’appartenenza del matrimonio al settenario sacramentale.

La prole

L’enfasi sulla peculiarità del legame coniugale, scrive ancora Marengo, ben si accordava con il compito assegnato al matrimonio di custodire lo sviluppo ordinato della società umana. In questa prospettiva veniva messa a tema la proles, il terzo bonum del matrimonio. 

L’interpretazione di scuola ha tramandato una lettura univoca dei tria bona, risolvendola nella tesi secondo cui il matrimonio è unico, indissolubile e finalizzato alla procreazione.

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