La Chiesa polacca e bielorussa in aiuto dei migranti bloccati al confine tra Polonia e Bielorussa. Le Caritas dei rispettivi Paesi, tra molti rischi e difficoltà, stanno portando aiuti umanitari alle persone ormai ridotte allo stremo.
I vescovi: hanno bisogno del nostro sostegno
A migliaia stanno spingendo per superare il confine tra i due Paesi. I migranti cercano di superare il filo spinato alla frontiera, respinti dalla polizia polacca. «Indipendentemente dalle circostanze dell’arrivo dei migranti essi hanno bisogno del nostro sostegno spirituale e materiale», sottolinea in un comunicato la conferenza episcopale polacca (Vatican News, 10 novembre).
Il cardinale di Varsavia richiama il premier Duda
Il card. Kazimierz Nycz, arcivescovo di Varsavia, riferendosi ai migranti, ha ribadito con forza che «la Chiesa chiede con fermezza che alla Caritas e ai volontari sia data la possibilità di fornire aiuto umanitario». Durante la liturgia celebrata a Varsavia in occasione della Festa dell’indipendenza dell’11 novembre, il presule si è rivolto al presidente polacco Andrzej Duda e ai rappresentanti delle massime autorità dello Stato. Ha sottolineato loro che «non ci deve essere una contrapposizione tra il dovere di difendere i confini nazionali e il sostegno umano e cristiano ai bisognosi».
«La Chiesa in Polonia, soprattutto attraverso la Caritas, cerca di offrire sollievo» ai migranti «e vuole farlo con maggiore incisività», ha asserito il presule. Poi ha ringraziato gli abitanti della zona frontaliera e le parrocchie della diocesi di Bialystok per il loro impegno a favore dei bisognosi. Le migliaia di persone - che hanno trascorso intanto un’altra notte senza un tetto sopra la testa, senza cibo né acqua potabile e con temperature sotto zero - sono sull’orlo della disperazione (Agensir, 12 novembre).
Il Nunzio in Bielorussia: agire con decisione e rapidità
«Agire con decisione e rapidità per trovare soluzioni almeno temporanee per salvare la vita delle persone». E' quanto chiede monsignor Ante Jozic, rappresentante diplomatico della Santa Sede nella Repubblica di Belarus,
Il nunzio ribadisce inoltre quanto detto da Papa Francesco all’Angelus del 24 ottobre a proposito dei flussi migratori verso l’Unione europea. E chiede di garantire ai migranti «condizioni di vita degne, alternative alla detenzione, percorsi regolari di migrazione e accesso alle procedure di asilo» (Vatican news, 13 novembre).
Il Papa: persone deprivate della proprio dignità
Il Papa, oggi 16 novembre, in occasione del saluto per i quarant’anni del Centro Astalli, l'istituzione attraverso la quale i gesuiti a Roma si occupano dei problemi degli immigrati, si è soffermato in una nuova riflessione su chi è costretto a lasciare il proprio paese a causa della guerra, della fame e dello sfruttamento.
«Molti tra voi - ha scritto Papa Francesco - sono dovuti scappare da condizioni di vita assimilabili a quelle della schiavitù, dove alla base c'è una concezione della persona umana deprivata della propria dignità e trattata come un oggetto» (Avvenire, 16 novembre).