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Il martire della castità: i miliziani comunisti cercarono anche di violentarlo, ma morì fedele

Fernando Saperas mártir da castidade
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Alfa y Omega - pubblicato il 13/11/21
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Nella furia della Guerra Civile Spagnola, venne sottoposto a tante violenze che le prostitute affrontarono i suoi aggressori per difenderlo

Fernando Saperas è noto come “il martire della Castità”, ed è tra i 109 missionari claretiani beatificati dal cardinale Angelo Amato nella basilica della Sagrada Familia di Barcellona (Spagna) sabato 21 ottobre.

Fernando era nato a Tarragona l'8 settembre, festa della Natività di Maria, del 1905. A 7 anni era rimasto orfano di padre, e per aiutare la madre dovette iniziare presto a lavorare come contadino, cameriere e commerciante.

Nel 1925 andò a prestare il servizio militare, e sorprendentemente fu nell'esercito che scoprì la sua vocazione religiosa. Visitava spesso il santuario del Cuore di Maria, dei Missionari Claretiani, vicino al quartiere di Santiago. Quando concluse il suo servizio nell'esercito, Fernando aveva già deciso di optare per la vita religiosa.

La madre era profondamente contraria, ma il ragazzo entrò comunque nel noviziato nel 1928. Trascorsi due anni, il 15 agosto 1930, giorno dell'Assunzione di Maria, Fernando pronunciò i voti religiosi, e sua madre partecipò alla cerimonia.

L'inizio della persecuzione

Trascorsero cinque anni relativamente tranquilli, fino a quando esplose la sanguinosa Guerra Civile Spagnola, uno dei conflitti più aberranti e selvaggi del XX secolo in tutto il pianeta.

In quel contesto, i cattolici dovettero scegliere tra i repubblicani anarchici e marxisti, persecutori della fede, e Francisco Franco, di idee legate al fascismo e che sarebbe diventato dittatore nei decenni successivi. Un dilemma profondamente ingrato, visto che nessuna delle opzioni era adeguata.

Nel luglio 1936, Fernando dovette fuggire due volte dalla casa in cui abitava per non essere catturato. Dovette lavorare in una taverna con la massima discrezione possibile, ma quando gli avventori bestemmiavano il religioso li riprendeva, sentendosi dire in cambio:

“Attento, che ti possono ammazzare!” “Se mi uccidono sia lodato Dio! Quelli che ci perseguitano sono dei poveri diavoli per cui riesco solo a pregare. A me costa poco perdonarli”.

Il pericolo di essere denunciato, arrestato e torturato dal comitato rivoluzionario lo costrinse a fuggire nuovamente, questa volta per Montpalau. Ed era un pericolo serio, perché i rivoluzionari socialisti perpetravano vere barbarie contro sacerdoti, suore e religiosi.

Nonostante fosse fuggito, Fernando finì per essere catturato dai miliziani marxisti.

Martire della castità

I miliziani lo sottomisero a un'infinità di provocazioni di carattere sessuale, e il religioso resistette a tutte, al punto da essere assassinato senza aver violato il suo voto di castità.

In una delle sessioni di interrogatorio, assedio e tortura, due miliziani lo presero per le braccia e lo spogliarono a forza. Un altro si tolse gli abiti e cercò di violentarlo.

“Uccidetemi, se volete, uccidetemi, ma non fate questo!”, gridava il religioso, la cui resistenza e grande forza fisica portarono i miliziani a desistere dal crimine.

“Ti porteremo in un postribolo. Se avrai rapporti sessuali con una donna davanti a noi non ti uccideremo”.

Un testimone, anche lui ostaggio dei miliziani, riferì che gli aguzzini lo portarono di postribolo in postribolo e usarono tutti i mezzi immaginabili per abbattere la forza della fedeltà di Fernando alla sua consacrazione, con frasi oscene e incitazioni violente. A ogni provocazione, il religioso rispondeva: “Sono vergine e vergine morirò!”

Le barbarie a cui i miliziani sottoposero Fernando furono tali che le stesse prostitute li affrontarono per difenderlo.

Codarda fucilazione

Non riuscendo a mettere in pratica i loro turpi propositi, i membri del comitato rivoluzionario della località di Cervera, dove Fernando era stato portato, condussero il religioso fino al cimitero lo misero contro il muro per fucilarlo. Fernando pregò:

“Signore, perdonali, perché non sanno quello che fanno. Io li perdono. E vi perdono”. “Cosa ci perdoni? Puntare!”, gridò uno dei capi dei miliziani. “Viva Cristo Re! Viva la religione!”, gridò Fernando.

I miliziani crivellarono il suo corpo, facendo attenzione a non puntare alla testa, perché la sua agonia si prolungasse quanto più possibile.

Mentre il sangue sgorgava dal suo corpo, Fernando balbettava: “Mamma! Mamma!”

Era il 13 agosto 1936. Fernando Saperas morì martirizzato e vergine, invocando la Santissima Vergine Maria.

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