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Sinodo dei bambini: le prime assemblee sinodali sono in famiglia

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Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 11/11/21
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Alcuni spunti di riflessione e preghiera per il Sinodo sulla sinodalità, proposte da Don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter

La famiglia sia sinodale con i bambini.

Papa Francesco più volte ha invitato i genitori, la famiglia, pur presi da mille impegni, per trasmettere la fede, di non aspettare il catechismo in parrocchia o in qualche saltuaria partecipazione alla messa.

«Nelle grandi città sono sempre più spesso le badanti straniere a fare da seconde mamme e a trasmettere con la concretezza dell’amore e della testimonianza la fede ai bambini. E forse i genitori, presi da mille impegni di lavoro, dovrebbero riscoprire la bellezza del loro ruolo nel trasmettere la fede ai loro figli e non aspettare il catechismo in parrocchia o qualche saltuaria partecipazione alla messa. È un forte invito a essere testimoni del Vangelo per suscitare la curiosità in chi non crede, e aprire così il lavoro dello Spirito Santo. E il suggerimento a non trasmettere la fede facendo proselitismo o cercando appoggi come per una squadra di calcio. (…) trasmettere la fede non è dare informazioni, ma fondare un cuore, fondare un cuore nella fede in Gesù Cristo, trasmettere la fede non si può fare meccanicamente, dicendo: prendi questo libretto, studialo e poi ti battezzo. No, è un altro il cammino per trasmettere la fede: è trasmettere quello che noi abbiamo ricevuto». (3 maggio 2018)1

La famiglia sinodale, la domestica, è la chiave che ci apre gli orizzonti di speranza, e quando si parla di famiglia si parla di bambini in famiglia, per la famiglia, con famiglia.

Il Card. Grech, segretario del Sinodo dei Vescovi, ce lo ricorda:

«Che qui sta il futuro della Chiesa: nel riabilitare la Chiesa domestica e lasciarle più spazio. Una Chiesa-famiglia costituita da un numero di famiglie-Chiesa. Questo è il presupposto valido della nuova evangelizzazione, della quale sentiamo così tanto la necessità tra di noi. Dobbiamo vivere la Chiesa all’interno delle nostre famiglie. Non c’è confronto fra la Chiesa istituzione e la Chiesa domestica. La Chiesa grande comunità è costituita da piccole Chiese che si riuniscono nelle case. Se la Chiesa domestica viene a mancare, la Chiesa non può sussistere. Se non c’è Chiesa domestica, la Chiesa non ha futuro! La Chiesa domestica è la chiave che ci apre orizzonti di speranza!»2

Il grande problema, la evidente fatica, è che in famiglia c’è il rischio che manca la fede e non si ha il tempo, per queste cose di Dio, che spesso sono percepite solo apparenti e secondarie: non servono alla vita familiare. Infatti sono altri problemi in famiglia che pensare al segno della croce, alla preghiera comune, al confronto alla luce della Parola di Dio con i figli, alla viva partecipazione ai sacramenti. La famiglia, così si sente spesso dire, non ha bisogno della comunità ecclesiale.

Poche sono le famiglie che vivono una cammino di fede tra le mura domestiche, eppure la famiglia è la chiesa domestica (Lumen gentium, 11), primo luogo della esperienza sinodale. Fin dal concepimento si compiono i passi per le vie del mondo e della comunità ecclesiale, anche per sentieri impervi, montuosi; nelle visite tra parenti e nei luoghi di lavoro, negli ospedali e tra i nonni in attesa. Visite che ricordano quella di Maria a Elisabetta e quel sussulto nei grembi che fanno pensare ai primi incontri ‘sinodali’ tra Gesù e Giovanni.

Maria ed Elisabetta

Non è sinodo l’incontro di due madri, con i figli in grembo, e i padri insieme alle loro mogli, che si fanno visita, si parlano si incontrano, si raccontano? Non narrano la gloria di Dio nella loro vita? Non è vita di comunione, tra le ansie, le gioie e i dolori?

I bambini erano lì, sempre. Fin dal grembo materno Tu, Dio, mi parli e mi conosci: e io, piccolo, ti palo e ti conosco.

Tutto ruota intorno alla famiglia e la Chiesa lo sa da molto tempo.

Infatti: «La famiglia è il luogo della verifica, della concretezza degli impegni, la cui solidità è provata nel quotidiano. Quanto più si vive “a gomito a gomito”, quanto più concreto è il ritmo della vita, tanto più grandi sono le esigenze e le difficoltà della vita in famiglia. C’è bisogno di imparare ad accogliere ogni persona, ascoltarla, incoraggiarla, perdonarla e non solo verificare gli orari e programmi di studio e di lavoro, adattare i ritmi di realizzazione degli impegni assunti, ricercare altre possibilità di incontro e di vita».3


L’amore in famiglia è un’arte che si impara alla scuola gli uni degli altri, ma soprattutto alla scuole della “santa famiglia”, alla scuola di Gesù, il Signore.

Nella concretezza della vita di famiglia si costruisce la comunione, diventando famiglia che ascolta e annuncia la Parola del Signore, che prega e celebra le meraviglie del Signore, che condivide e si mette a servizio.

Camminare insieme’ con i bambini piccoli, in stile sinodale, è possibile se i genitori trovano ‘spazio e tempo’ tra le mura della loro casa, tra gli spazi del loro cielo e della loro terra, tra il latte e il miele dopo le colazioni domenicali, nei pomeriggi in assenza di TV e Smartphone, per guardarsi, parlare, condividere gli sguardi e le parole narrate di storia di salvezza.

La proposta, antica e sempre nuova.

Una proposta potrebbe essere sviluppata realizzando – per chi è predisposto alla lettura e meditazione della Parola di Dio – in uno, due piccoli incontri o appuntamenti in famiglia, insieme ai bambini, allargando l’invito ai compagnetti (insieme agli altri genitori).

Schema semplice: la preghiera, un passo del Vangelo, un Salmo, un Brano biblico (ne proponiamo alcuni) e poi aiutarsi a raccontare, a narrare. Anche una semplice parola di un piccolo è racconto di vita salvata.

Vivere il Sinodo con i bambini, iniziando dalla famiglia e vigilando sulle proposte che la parrocchia e la Diocesi proporranno in questi anni.

I Salmi proposti, i brani del Vangelo e biblici, non sono esaurienti, ma risultano solo una pista, semplice ma altrettanto profonda per educarsi all’ascolto, al dialogo, alla preghiera, alla narrazione di sé e delle cose che si vivono, mettendole insieme.

Ci proviamo.

Dio ha avuto sempre attenzione per i bambini.

Innumerevoli sono le piste e gli schemi che si sono elaborati negli anni per trasmettere la fede ai bambini dai 0-3 anni (zero, tre anni).

In questo contesto si vuole focalizzare: la trasmissione della fede, ma soprattutto l’attenzione che Dio ha avuto per i bambini, che hanno un ruolo nella Chiesa, non certamente passivo e che devono essere al centro, dentro e davanti a questo camminare insieme.

Ecco alcune semplici piste per poter incamminarsi in questo percorso sinodale con i bambini in famiglia prima assemblea del Sinodo.

Dai Salmi

Ci sono alcuni Salmi la cui lettura ci parla in termini profondi della vicinanza di Dio al bambino. Non è il Dio che uccide i suoi figli a fil di spada.

Ne segnaliamo in particolare quattro.

* Il salmo 8. In questi versi si può intravvedere qualche segno piccolo di Dio in cui la magnificenza o la grandezza si è servita dei piccoli per combattere le forze nemiche. Comunque è chiaro: anche la boccuccia di un bimbo o lattante parla e rivela qualcosa di Dio. Che bello, anche per esperienza nostra alla vista di un bimbetto/a nella culla o sul passeggino o in braccio alla mamma! Non ci parla anche di “Altro”?4


* Il salmo 23 (22), detto del Buon Pastore. È quello letto insieme con i catechisti e che vi ha fatto capire i significati profondi del battesimo, specialmente il rapporto forte che si stabilisce tra Gesù Buon Pastore e il bambino (la nuova pecorella del suo gregge) che ama, protegge e la tutela dando la vita.

* Il salmo 130 (131). È uno dei salmi più brevi. Pochi versetti ma molto intensi che descrivono la straordinaria capacità di affidarsi dei bambini: un modello per la fede degli adulti. Il bambino è il modello del credente, della fede.


* Il salmo 138 (139). La vicinanza amorosa di Dio per l’uomo è descritta in questo salmo con un linguaggio poetico di grande fascino, a partire dall’inizio stesso della vita («Sei tu che hai creato le mie viscere e mi ha intessuto nel seno di mia madre…»).

Brani del Vangelo sull’amore di Gesù per i bambini

Diverse volte Gesù nei Vangeli manifesta particolare attenzione e amore verso i bambini. Sono passaggi brevi ricchi di significato. Spesso relegati ad una semplice emozione o sentimento di compiacimento.

Ecco i principali:


* «Lasciate che i bambini vengano a me… a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio» (cfr. Mc 10,13-16; Mt 19,13-15; Lc 18,15-17).


* «Chi è il più grande? (…) E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse…» (cfr. Mc 9,33-37; Mt 18,1-5; Lc 9,46-48).


* «Ti rendo lode, Padre (…) perché hai rivelato queste cose ai piccoli» (Mt 11,25).

La strada è aperta. Comunque è chiaro: anche la boccuccia di un bimbo o lattante parla e rivela qualcosa di Dio.

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4 http://www.settimananews.it/bibbia/salmo-8-dio-grande-luomo/

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