Ogni prete si ricorda del giorno della propria ordinazione e della prima messa. Generalmente l’anniversario ricorre tra maggio e giugno. Nel caso di Giovanni Paolo II, invece, le cose sono andate altrimenti: né la data né il luogo della sua prima messa sono state secondo consuetudine (prefigurazione di un percorso che si annunciava eccezionale?).
Seminarista clandestino a partire dal 1942, Karol Wojtyła ricevette l’ordinazione dalle mani di mons. Adam Stefan Sapieha, arcivescovo di Cracovia, il giorno di Ognissanti del 1946. L’indomani, il 2 novembre, giorno della commemorazione di tutti i fedeli defunti, il giovane prete ha celebrato la sua prima messa. Una data non abituale per una ragione ben precisa.
Avendo notato nel giovane Wojtyła una personalità e un’intelligenza fuori dal comune, mons. Adam Stefan Sapieha aveva deciso di mandarlo a Roma a studiare teologia. Perciò bisognava accelerare la sua ordinazione sacerdotale. Come – nelle pagine di Dono e mistero – avrebbe spiegato più tardi colui che sarebbe diventato il primo papa slavo della storia:
Tre messe invece di una
La data del 2 novembre, però, il giorno della sua prima messa, ha pure un’altra particolarità: in quel giorno, dedicato alla commemorazione dei fedeli defunti, ogni prete ha tradizionalmente il diritto di celebrare tre messe. È così il futuro papa celebrò tre messe il suo primo giorno di sacerdozio. In particolare, ne avrebbe celebrata una per ogni membro già defunto della sua famiglia: la prima per la madre Emilia, morta nel 1929; la seconda per il padre Karol, morto nel 1941 e la terza per il fratello Edmund, morto nel 1932. Non erano presenti altri membri della famiglia, a parte la madrina Maria Anna Wiadrowksa, la sorella maggiore della madre.
Un luogo simbolico
Normalmente i preti scelgono le loro parrocchie d’origine come luogo di celebrazione della prima messa, ma Karol Wojtyła fece una scelta orientata a un altro criterio, pure particolarmente simbolico. Egli volle infatti celebrare la prima messa nella cripta di San Leonardo, ipogeo cimiteriale dei re di Polonia, nella cattedrale del castello del Wawel a Cracovia.
Lì si trovano sepolti coloro che sono «come gli spiriti magni che guidano la nazione attraverso i secoli»: re, regine, poeti ed eroi nazionali della Polonia. E così Giovanni Paolo II avrebbe spiegato, nel medesimo libro, questa scelta:
E ancora da Papa, Giovanni Paolo II sarebbe tornato più volte a pregare e a meditare in quel luogo sul senso della sua vocazione sacerdotale.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]