Un’opera polemica americana che critica il motu proprio “Traditionis custodes” di papa Francesco, nella quale si trova la firma di diversi cardinali, è stata pubblicata senza che alcuni autori fossero informati dei reali contorni del progetto editoriale – i.Media lo ha appreso da diverse fonti.
Il prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti, il cardinale Robert Sarah, e il giornalista Christophe Geffroy, non sarebbero stati messi al corrente della presenza, nel medesimo saggio, di un testo di mons. Carlo Maria Viganò, nemico dichiarato di papa Francesco.
Intitolato “From Benedict’s peace to Francis’s war” – “Dalla pace di Benedetto alla guerra di Francesco” –, quest’opera è stata edita il 1º novembre dal giornalista americano Peter Kwasniewski. Vi si trovano raccolti 70 testi di 45 autori diversi: la silloge si propone come una compilazione di risposte al recente motu proprio del Papa Traditionis custodes. Tale testo legislativo del Romano Pontefice, pubblicato il 16 luglio 2021, ha abrogato il motu proprio di Benedetto XVI Summorum pontificum e ha limitato grandemente la possibilità di celebrare la messa secondo la forma straordinaria del rito romano.
Il libro si compone di numerosi e assai eterogenei contributi, tratti perlopiù da articoli di giornale o da blog: tra i testi si annoverano quelli dei cardinali Robert Sarah, Gerhard Ludwig Müller, Raymond Burke, Walter Brandmüller e Joseph Zen. Vi si trovano pure diversi testi assai polemici, in particolare un pamphlet dell’ex nunzio di papa Francesco negli Stati Uniti, mons. Carlo Maria Viganò, uno dei più feroci detrattori del Pontefice, che si era già spinto fino a reclamarne le dimissioni.
Il cardinal Sarah «molto in pena»
Una fonte vicinissima al cardinale Robert Sarah ha spiegato ad i.Media che il porporato aveva semplicemente accettato che un’intervista rilasciata al Figaro il 13 agosto 2021 venisse tradotta in inglese per il volume. Quella lunga meditazione non era dedicata alla liturgia se non solo parzialmente.
Il cardinal Sarah, assicura la fonte, «non voleva e non vuole essere polemico»: «Se avesse visto il nome di Viganò – assicura la fonte – avrebbe rifiutato immediatamente». Dalla medesima apprendiamo che, apprendendo la natura della pubblicazione e il suo titolo “bellicoso”, il prelato guineano era stato «molto in pena».
Il cardinale – ce lo assicura ancora questa persona a lui vicina – ha dato il proprio consenso senza immaginare che la sua parola venisse «strumentalizzata» da un «gruppo politicizzato» col quale egli si trova in «totale disaccordo». E sottolinea che il cardinal Sarah aveva già avuto problemi con l’entourage di mons. Carlo Maria Viganò. «È probabile – aggiunge – che anche gli altri cardinali siano stati raggirati».
Ciò dà ragione a papa Francesco
Il giornalista francese Christophe Geffroy, direttore del mensile cattolico La Nef, dal quale alcuni contributi sono stati tratti per andare a confluire nell’opera, ha spiegato ad i.Media che anch’egli ha appreso la presenza di mons. Viganò nella pubblicazione ricevendo il libro.
E si lamenta della presenza di più testi «che posizionano i loro autori in opposizione al magistero della Chiesa», i quali ad esempio rigettano il Concilio Vaticano II. Questi scritti
Geffroy ha poi informato del proprio malcontento l’editore – un teologo specialista di liturgia e compositore di musica sacra, che collabora regolarmente con diversi siti cattolici conservatori americani. Contattato da i.Media, quest’ultimo non ha (al momento) fornito risposte.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]