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I bambini non vogliono Peter Pan

PETER PAN
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Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 01/11/21
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Pensando ai piccolissimi, ai ragazzi, ai giovanissimi e ai giovani in questo cammino sinodale

I minori in Italia (fascia di età 0-17 anni) (dato aggiornato al 1° gennaio 2021) è di 9.287.462 [1].

Seguendo lo schema del percorso formativo dell’Azione Cattolica Italiana per i Ragazzi (Acr) ho ritenuto suddividere le fasce di età; anche altre Associazioni e il loro progetto educativo e formativo suddividono per età il percorso, come anche la Catechesi di Iniziazione Cristiana, del Post-Cresima e il Cammino di fede dei Gruppi giovanili.

Non è intenzione, in questa sede, analizzare i Progetti o i Percorsi, ma soltanto porre delle domande: raggiungiamo con la Catechesi tutti questi nostri figli? Quali concreti metodi di ‘chiesa in uscita’ applichiamo per proporre la via bella e buona del vangelo? Come annunciare, pensare e ripensare il kerygma e una via mistagogica (come ci chiede Papa Francesco) partendo e incontrando la realtà dei Piccolissimi (3-5 anni): 1418295, dei ragazzi (8-14 anni): 3892795, dei giovanissimi (15-17 anni): 1708040, senza ‘scollare’ le età per raggiungere una fede adultà?

Questi numeri della situazione demografica della popolazione ‘giovane’, può stimolare i Parroci a ‘contare’ (nell’attuale situazione al 2021) i piccolissimi, i ragazzi e i giovanissimi che frequentano le nostre Comunità.

Convertire Peter Pan (di Armando Matteo), consiglio la lettura

La lettura, che consiglio, del saggio di Armando Matteo, Convertire Peter Pan. Il destino della fede nella società dell’eterna giovinezza (Àncora, 2021), mi ha offerto ulteriori spunti di riflessione.

In questo saggio appare la figura di Peter Pan che sembra abbia trionfato: «Ha trionfato – si scrive nella presentazione - nel cuore degli adulti e delle adulte del nostro tempo, ne ha anestetizzato il senso di prossimità e di responsabilità, convincendoli che fuori dalla giovinezza non c’è salvezza. E li spinge, giorno dopo giorno, a non risparmiare alcuna energia per restare giovani a ogni costo».

Una analisi chiara direi – se posso permettermi - ‘spietata e appassionata’ non limitata sola alla denuncia dello status quo «nel segno delle chiese semivuote» (pag.19) ma anche in una ipotesi «che questo tempo di edifici ecclesiali semivuoti metta simbolicamente in evidenza quel reale vuoto della Chiesa e il suo possibile futuro qualora non si riesca a immaginare un volto nuovo del cristianesimo». Nel saggio due appassionati discorsi di papa Francesco, indicano percorsi per dare vita a un cristianesimo che sappia fare i conti con il cambiamento d’epoca, con la fine della cristianità e con l’urgenza di un rinnovamento pastorale e missionario con «il sogno di una Chiesa per adulti e adulte. Dieci cose che si possono fare subito» (pag. 107-110).

Riusciremo, come Comunità, a rispondere alla domanda di senso che l’adulto pone e si pone (pag. 23) e che i bambini, aggiungo, si pongono ‘più’ degli adulti della giovinezza?

I bambini non meritano il trionfo di Peter Pan

Peter Pan non è Gesù e Gesù non è in Peter Pan.

Sempre più convinto, dalla lettura del saggio, i bambini non meritano il trionfo di Peter Pan e non possiamo più correre il rischio di affidarli a egocentrici, smemorati, irriverenti, ambigui e doppi in ogni ambito della vita.

Peter Pan non fa vivere i bambini, li sopprime. Peter Pan non è Gesù.

Una domanda e una preoccupazione mi è sorta spontaneamente: come evitare questa deriva, in atto, ma non definitiva?

Per non soffocare e perdere il respiro ho chiesto al Vangelo di riempire il ‘vero vuoto nascosto nelle nostre chiese’; e pensavo ai bambini, più che agli adulti: pensavo come farli vivere nella bellezza e autenticità del Vangelo.

Non possiamo permettere la sottomissione dei bambini a Peter Pan; ecco perché dobbiamo, ed è un impegno faticoso, trovare una parola nuova, una via fedele al Vangelo, nella Chiesa, per i bambini, ripeto, che non vogliono Peter Pan.

Papa Francesco scrive: Sono i bambini i più saggi, ascoltiamoli. (...) Il recente passato ci ha mostrato che sono soprattutto i nostri bambini ad aver capito la portata e l'enormità delle sfide che la società ha di fronte, specialmente la crisi climatica. Dobbiamo ascoltarli con cuori aperti. Dobbiamo seguire la loro guida perchè sono saggi nonostante l'età." (L'intervento pubblicato sul Corriere della Sera, 31 ottobre 2021)

Ascoltare i bambini non solo per le questioni climatiche, ma per altre questioni, altre crisi e sfide; i bambini potranno indicare nuove strade seguendo la loro guida. Che bello ed entusiasmante ritenere che i bambini sono la nostra guida e sono saggi.

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