Mentre scriviamo il ddl Zan viene - de facto - affossato definitivamente con il voto della cosiddetta "tagliola" con 154 voti a favore e 131 contro. La procedura, evocata da regolamento dal Senatore leghista Calderoli, prevede il "voto di non passaggio agli articoli”.
Dopo una mattinata all'insegna della discussione tra membri dei vari gruppi politici al Senato, la legge Zan si arena prima ancora di arrivare realmente in Aula e dunque tutto si ferma per i prossimi sei mesi, ma contestualmente l'attività del Parlamento - e delle forze politiche - saranno impegnati su fronti molto delicati come la manovra di Bilancio e, subito dopo la ripresa natalizia, con la cruciale elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Il mandato di Sergio Mattarella infatti scade il 3 febbraio 2022.
Lapidario il commento di Mario Adinolfi, presidente del Popolo della Famiglia, che in tv e sui giornali ha da tempo messo in guardia la maggioranza dall'operare forzature:
La criticità del ddl Zan
Come avevamo avuto modo di spiegare con un precedente articolo, la legge che il PD avrebbe voluto approvare aveva trovato la resistenza tanto del centrodestra, che del mondo cattolico e di una parte minoritaria ma significativa della sinistra stessa e del femminismo. Perfino alcuni omosessuali avevano sposato le ragioni delle femministe circa i rischi di una cancellazione delle differenze tra uomo e donna.
In particolare invece la Santa Sede si era fatta sentire per vie diplomatiche, chiedendo allo Stato italiano di garantire le norme contenute nei Patti Lateranensi. Lo scorso 17 giugno monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato aveva indicato che «alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato».
I rischi che la Santa Sede vedeva erano specialmente rivolti ai temi dell'educazione, nelle scuole e negli oratori
La Chiesa torna a farsi sentire
Ora nuovamente - la Chiesa, questa volta sotto la forma del Vaticano - per bocca della Congregazione per la Dottrina della Fede dietro sollecitazione dell'associazione Pro Vita e Famiglia, ha risposto:
E prosegue