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Tumore al seno: 5 storie di donne che ce l’hanno fatta

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Paola Belletti - pubblicato il 27/10/21
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Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione per il tumore al seno, la prima causa di morte nella popolazione femminile per malattie oncologiche. Vi proponiamo 5 storie di donne che hanno affrontato con dolore, coraggio e speranza una battaglia con il cancro e ne sono uscite, se non sempre guarite totalmente nel corpo, di sicuro cambiate nel modo di affrontare la vita.

Per il mese dedicato in tutto il mondo alla prevenzione del tumore al seno abbiamo scelto, tra le tante storie raccolte in questi anni, alcune di esse perché particolarmente significative e benefiche: sono vicende umane drammatiche, ma anche cariche di speranza.

La diagnosi di cancro alla mammella, quando arriva, colpisce duro e traumatizza.

Ed è giusto così; occorre dare spazio a emozioni e pensieri di naturale paura e rifiuto della malattia. Ma una volta ascoltata questa voce occorre alzare il volume di un altro canale: quello del coraggio, della determinazione e dell'attaccamento alla vita.

Incontrando magari per la prima volta la dimensione più spirituale della propria esistenza e assumendo un atteggiamento inedito nei confronti del dono della vita: la gratitudine. Per questo le storie di queste donne, Federica, Giorgia, Giuliana, Monica e A. possono essere di beneficio a tutti, uomini e donne, giovani e vecchi. E tu, per che cosa vuoi essere grato oggi?

1Federica: un tumore a 33 anni ma riesce a diventare mamma di 2 bimbi

Come affronterà questa sfida? Vuole che tutto passi in fretta o piuttosto scopre che passandoci attraverso sarà proprio questa prova a offrirle un nuovo orizzonte nella vita e persino un amore (anzi due...) che non sognava nemmeno di provare?

2Monica: sconfigge 2 tumori (al seno e alla tiroide) e torna a studiare per lavorare con i malati

Non è necessario incontrare una malattia grave per ristabilire le priorità nella propria esistenza eppure, come ci racconta Monica, in alcuni casi è proprio questo ospite assai sgradito a svelare di noi forze insospettabili e a riaccendere il desiderio di realizzare sul serio la propria vocazione. E così, dopo la morte del padre e la prima diagnosi di cancro al seno, non solo si cura e combatte, ma lascia il lavoro e si rimette a studiare: vuole stare con chi soffre, con i malati. E dopo un secondo tumore, questa volta alla tiroide anch'esso curato e vinto, realizza il suo sogno.

3A. La malattia non è una punizione ma una seconda opportunità

"Perché proprio a me?". Domanda ricorrente e legittima.

A. si accorge presto che non è però questa la domanda giusta. E allora la malattia, arrivata in un momento già difficile della sua vita, diventa se non proprio un'alleata una seconda irrinunciabile opportunità.

La nuova domanda assomiglia di più a "per chi vale la pena fare tutto questo?"

4GIORGIA, UN TUMORE SCONFITTO MA CON RISCHIO GENETICO DI RECIDIVA

Era predisposta geneticamente a questo tipo di cancro e dopo averlo sconfitto una prima volta poteva aspettarsi un suo ritorno. Giorgia, invece, con l'aiuto dei medici e delle terapie più all'avanguardia, ha respinto la malattia e ha addirittura avuto la gioia di una gravidanza che le ha donato la piccola Margherita.

5GIULIANA: TERAPIE ONCOLOGICHE E RUNNING, PER CORRERE VERSO LA GUARIGIONE

Essere malati di tumore non significa sospendere la vita fino a che non sia tutto passato. Vuole dire affrontare tutto e cercare di continuare ad amare, divertirsi, costruire. Giuliana continua a curarsi come i medici le indicano ma ha anche deciso di correre!

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