In un incontro all’Hotel Massimo D’Azeglio di Roma per parlare di “Salute dei malati e salvezza delle anime” con il teologo don Serafino Lanzetta (diocesi di Portsmouth, Inghilterra), lo storico Roberto de Mattei e John Smeaton di Voice of the family Regno Unito, il cardinale Eijk, da esperto di bioetica e in quanto medico, che non esiste alcuna "teoria pandemica", che non siamo di fronte ad una "influenza grave" e che sebbene le persone più a rischio siano gli anziani anche per i giovani esiste il tema del cosiddetto "long Covid" i cui strascichi pregiudicano la salute per lungo tempo.
Per il vescovo di Utrecht (Olanda) chiarisce «La principale responsabilità del bene comune spetta al governo. Esso può dunque imporre misure ai membri della società, specialmente quando è coinvolta la vita delle persone vulnerabili: lockdown, disinfezione regolare delle mani e mantenimento di una certa distanza l’uno dall’altro» ma che purtroppo «è di difficile comprensione per la cultura iper-individualista contemporanea, che lo percepisce come una violazione della libertà dell’individuo umano. Tuttavia, l’autonomia non è un principio assoluto» [grassetto nostro, NdR].
Attingendo alle sue competenze di medico il cardinale ha ribadito durante il convegno come:
Ne deriva che anche i possibili effetti collaterali, che sono pochi e rarissimi, siano un rischio accettabile di fronte al beneficio per l'intera società, specialmente i fragili, e tenendo conto degli effetti sanitari ed economici che la pandemia ha inflitto ai paesi coinvolti. Quanto alla questione - essenziale per i cattolici - della provenienza di alcuni vaccini dalla replicazione di materiale genetico prelevato da aborti avvenuti quarant'anni fa, il cardinal Eijk spiega che: