San Giovanni Paolo II ha seguito un cammino molto interessante nel sacerdozio diocesano. Non solo ha iniziato gli studi segretamente durante l'occupazione nazista della Polonia, ma si è anche sentito chiamato a seguire una strada diversa, come frate carmelitano.
Prima di iniziare a prepararsi al sacerdozio, Karol Wojtyła fu introdotto agli scritti di San Giovanni della Croce dall'amico e mentore Jan Tyranowski. Questo gli aprì un mondo nuovo, al punto che imparò lo spagnolo per leggere gli scritti del santo in lingua originale.
Wojtyła si immerse negli scritti del santo carmelitano, scrivendo articoli teologici che esaminavano le sue opere.
La chiamata alla vita carmelitana
Tutto questo culminò nel 1945, quando un suo grande amico, il frate Leonard Kowalówka, divenne Maestro dei Novizi in un monastero carmelitano locale. All'epoca, Karol Wojtyła stava concludendo i suoi studi per diventare sacerdote diocesano, e per effettuare il trasferimento in monastero aveva bisogno dell'approvazione del suo vescovo.
Sentendosi chiamato alla vita carmelitana, il futuro Giovanni Paolo II inviò una lettera al cardinal Sapieha, chiedendo il suo permesso.
Rimase tuttavia frustrato quando Sapieha gli disse di “terminare ciò che aveva iniziato”. La sua richiesta era stata respinta.
Dopo il “No”
Karol Wojtyła è stato ordinato sacerdote diocesano nel 1946, diventando in seguito vescovo, cardinale e infine Papa.
Cosa sarebbe successo se fosse diventato frate carmelitano?
Nessuno lo sa, ma questa storia ci ricorda che quando si chiude una porta se ne apre un'altra. Dio aveva altri progetti per Karol Wojtyła, che all'epoca non erano ancora evidenti. Fortunatamente, lui ha perseverato negli studi, e anche se può aver provato la delusione del rifiuto, in seguito ha colto i frutti del fatto di seguire la volontà di Dio.