La missione di San Giuseppe – custode di Gesù e sposo di Maria – è superiore a quella di Mosè e di Giuseppe ebreo. Per il Corpo Mistico del Signore Egli rinnova la missione che gli fu affidata nei riguardi di Gesù e di Maria. La Sua fedeltà ci esorta e ci incoraggia a vivere con impegno la nostra vocazione cristiana, particolarmente in Quaresima.
Riflessi del mistero di Cristo
I Santi sono riflessi del mistero di Cristo: da lui hanno ricevuto vita, luce e grandezza; “nella virtù dei Santi brilla in vario modo la virtù stessa di Cristo”. I Santi parlano di Cristo con la loro vita; ognuno di essi è una pagina vivente del Vangelo, una pietra vivente del tempio in cu abita la SS. Trinità. Di essi è vero ciò che Ireneo diceva dei Santi dell’Antico Testamento: “essendo membra di Cristo, ognuno, secondo la sua posizione nel corpo, manifesta un aspetto del mistero di Cristo”.
L’intercessione dei santi
I Santi, nostri fratelli, sono anche nostro incoraggiamento ed esempio, mentre per noi intercedono affinché possiamo camminare in quella Via che essi hanno percorso, godere di quella luce che li ha trasfigurati, raggiungere la pienezza di quella Vita in cui essi si trovano e che si chiama Cristo Gesù. Nell’anno liturgico le feste dei Santi ci aiutano a comprendere e partecipare ai Misteri di Cristo.
Il Vangelo descrive l’improvviso e quasi violento sopraggiungere di Dio nell’esistenza umile e silenziosa di Giuseppe, per chiamarlo a compiti e responsabilità di incalcolabile portata. Soltanto la fede di Giuseppe nella parola di Dio risolve la sua lotta interiore e supera il suo affanno di fronte al mistero soprannaturale.
San Giuseppe e Mosè
In Lui rivive la fede di Abramo, di Mosè e dei profeti dell’Antico Testamento. Ma ora Dio può entrare nella vita di un uomo e trovare in lui collaborazione per la salvezza non di un popolo solo, ma di tutta l’umanità.
Nella Lettura della Messa, la Chiesa attribuisce a Giuseppe l’elogio che l’Antico Testamento aveva espresso per Mosè. A Mosè Dio aveva affidato l’infanzia del suo popolo. A Mosè Dio aveva rivelato i suoi segreti e la sua Legge, e lo aveva stabilito suo rappresentante, espressione della sua Paternità in Israele.
Quello che Dio ha affidato a San Giuseppe
A San Giuseppe Dio affidò il suo Unigenito fatto Bambino per noi e gli diede comandi nei suoi riguardi. Dio affidò a Giuseppe un compito di paternità verso il Verbo fatto carne, diede nelle sue mani ciò che era nascosto ai secoli, Lo introdusse nella nuvola misteriosa della sua Vita Divina, facendolo vivere per anni nella conversazione più intima e familiare con Gesù: veramente Giuseppe contemplò il volto del suo Signore!
Custode della Verginità
Più di Mosè, San Giuseppe fu giusto e fedele nel compito a lui assegnato. Fu amato da Dio e dal Figlio di Dio in cui tutta la storia di Israele trovava il suo compimento. Sposo di Maria, fu testimone e custode della Verginità e della Divina Maternità di Lei. E tutto questo compì nell’umiltà, nel nascondimento, e nel silenzio della vita interiore, in una legge tutta esteriore, quale era quella dei Farisei.
Di Giuseppe si può dire che “portò nel suo corpo i patimenti di Gesù…e pur essendo vivo fu dato in preda alla morte a causa di Gesù” (II Cor. 4, 10-11).
Il salvataggio di Gesù
Quando Erode cercava di uccidere il Bambino, Egli lo salvò in Egitto, ripercorrendo la strada nella quale l’antico Giuseppe aveva vissuto la sua passione. Come il figlio di Giacobbe, anche lo sposo di Maria – casto e fedele – fu custode del Pane di Vita per tutta l’umanità. Superiore a Mosè ed a Giuseppe ebreo nella missione affidatagli, è stato glorificato al di sopra di essi dal Signore che volle essere creduto suo figlio e si rese a Lui sottomesso, abitando nella Sua casa.
Le ricchezze del Cielo
Alimentato dalla grazia di Cristo, Giuseppe è albero rigoglioso nel giardino della Chiesa. Allietato dal sorriso e dall’amore di Gesù, tutte le beatitudini si compiono in Lui. La sua casa contiene le ricchezze del Cielo. La Verità e la Misericordia di Dio abitano visibilmente con Lui. Dio lo ha reso grande e potente.