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Le incredibili emografie di Natuzza Evolo: sulla pelle ostie e Vangelo

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 18/10/21
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Le iscrizioni apparivano istantaneamente e involontariamente

La mistica calabrese Natuzza Evolo, morta ad 85 anni in concetto di santità il primo novembre 2009, era famosa per le emografie, immagini di sangue che spontaneamente si stampavano sui fazzoletti messi a contatto con il suo corpo.

Lo stesso professor Satriani, che seguì da vicino Natuzza, insieme alla giornalista Maricla Boggio, nel 1984 aveva intervistato la mistica calabrese riguardo ai fenomeni meravigliosi di cui era protagonista. 

Ecco cosa rispose la donna a proposito delle stigmate (quella che segue è la trascrizione dell’intervista televisiva, andata in onda sulla Rai 3 il 16 gennaio 1985):

Tutti i fenomeni riguardanti Natuzza si sono prodotti fin da quando era adolescente. Ma la manifestazione più tipica e impressionante dei poteri della donna calabrese è costituita dalle emografie (o scritture di sangue). Si tratta della misteriosa comparsa – su fazzoletti, tele, garze, maglie o fasciature applicate alla pelle di Natuzza – di scritture e di immagini aventi carattere sacro. Passi della Bibbia, inni, salmi, motti religiosi, versetti, giaculatorie, preghiere… E, tra i disegni, cuori, ostensori, ostie, angeli, volti… 

Le iscrizioni apparivano istantaneamente e involontariamente, come se il corpo di Natuzza fosse una stampante umana. Tutti coloro che si sono recati da Natuzza hanno potuto avere da lei un fazzolettino con un’emografia. 

Pertanto, soprattutto in Calabria esistono migliaia di queste prove del funzionamento eccezionale dell’organismo della Evolo. Un esempio tra le frasi riportate tramite le emografie: “Hoc est corpus meum” (Questo è il mio corpo).

Giacinto Cataldo, autore di uno studio sulle emografie di Natuzza (Le emografie di Natuzza Evolo, Napoli 1990), scrive: “Le emografie sono il Vangelo annunciato da Natuzza […]. Il mistero, inafferrabile dal punto di vista strettamente razionale e scientifico, può essere in qualche modo intuito “decifrato”, “letto” attraverso quei segni tracciati, “scritti” con il sangue”. 

Oltre alle emografie, un altro grande capitolo della storia di Natuzza riguarda le guarigioni fisiche e psichiche che la gente definisce miracolose e attribuisce all’intercessione della donna calabrese. “Mi ha aiutato in tante circostanze, mi ha dato tanto coraggio”, è la frase ricorrente sulle labbra di persone improvvisamente guarite da mali incurabili, di gente angosciata da problemi esistenziali. “I problemi si risolvono perché lei prega e offre al Signore la propria sofferenza, la propria mortificazione”. 

A volte sarebbe apparsa al capezzale di un ammalato per annunziargli la guarigione o un decorso senza complicazioni di una malattia. Trai tanti che sono attribuiti a Natuzza, quello ritenuto essenziale da parte di molte persone riguarda una completa conversione interiore e di vita, la conquista di una pace interiore prima sconosciuta. 

Come sintesi del messaggio spirituale ricavabile dall’esistenza e dell’operato di Natuzza riporto ancora una testimonianza, quella di Mario Cortese di Catanzaro (riportata parzialmente; si può leggere per intero nell’opera già citata del professor Marinelli, altro esperto che seguì da vicino la mistica): 

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