Il Governo francese sta approfittando del recente rapporto sugli abusi sessuali perpetrati da chierici criminali per attaccare il segreto della Confessione sacramentale.
Secondo il rapporto, pubblicato martedì scorso da una commissione indipendente che ha indagato sulle accuse per 32 mesi, tra il 1950 e il 2020 in Francia si sarebbero verificati almeno 330.000 casi di abusi sessuali nei confronti di minori, commessi da criminali tra il clero o laici cattolici in ambienti legati alla Chiesa. Si tratta di una stima basata su sondaggi. Il rapporto ha anche registrato che una parte dei superiori cattolici ha peccato di omissione di fronte ai casi riferiti.
La commissione indipendente, estrapolando le sue attribuzioni, è arrivata a suggerire una “revisione del sigillo sacramentale”, cosa che la Chiesa scarta perché il segreto della Confessione sacramentale è inviolabile.
Monsignor Éric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza Episcopale Francese, ha sottolineato in un'intervista a Rádio France Info che il segreto della Confessione “è più forte delle leggi”.
Reagendo a questa dichiarazione del presule, il portavoce del Governo francese, Gabriel Attal, ha dichiarato che “nulla è più forte delle leggi della Repubblica”. Il Governo dell'attuale Presidente Emmanuel Macron era già arrivato ad affermare in un'occasione precedente che “le leggi della Repubblica sono al di sopra anche delle leggi di Dio”.
Lo stesso Macron, interpellato sui casi di abusi svelati dal rapporto, ha chiesto a monsignor Éric di spiegare il motivo di mantenere il sigillo sacramentale nella Chiesa. Per aggiungere pressione, il Ministro degli Interni francese, Gerald Darmanin, ha affermato che riceverà monsignor Éric su richiesta del Presidente per “chiarire le cose”. Va ricordato che il ministero di Darmanin è il responsabile nel Governo francese della tutela dei culti religiosi.
Se le stime del rapporto venissero confermate, tra il 1950 e il 2020 ci sarebbero stati circa 3.200 criminosali abusatori sessuali tra sacerdoti, religiosi e laici cattolici in Francia, circa il 3% del totale delle persone consacrate nel Paese, tra chierici e laici.
Questi crimini richiedono evidentemente misure decise da parte delle autorità ecclesiastiche e civili per punire i criminali e reprimere con fermezza questa pratica abominevole, ma lo scenario è servito anche per giustificare generalizzazioni ideologicamente fuorvianti e per restrizioni sproporzionate alla libertà di coscienza e di religione, il che equivale a sostenere di risolvere un problema creandone di nuovi.
Lo stesso scenario si è verificato in altri Paesi, dove si esercitano ugualmente pressioni indebite a livello statale nei confronti del segreto della Confessione sacramentale. Uno dei Governi più aggressivi al riguardo è quello dell'Australia (cfr. Aleteia, 22 giugno 2018 e 16 agosto 2018).