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La storia dei tre patronati di San Giuseppe: Chiesa, papà e lavoratori

SAINT JOSEPH
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don Marcello Stanzione - pubblicato il 07/10/21
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La Chiesa ha sempre onorato la figura di san Giuseppe, ma sempre in relazione a Gesù e a Maria. Poi però la figura di questo santo è diventata quella del protettore della vita "sacra", ma anche di quella “profana”. Ecco perchè

Il santo che ha più patronati di tutti gli altri è San Giuseppe: a lui si affidano la Chiesa, i papà e i lavoratori. Ma perchè il padre putativo di Gesù ha tutta questa popolarità? Come si è generata nei secoli?

La Chiesa ha sempre onorato la figura di san Giuseppe, ma inizialmente in relazione a Gesù e a Maria. Dal 1522, da quando il frate domenicano Isidoro de Isolani, pubblicò un libro su san Giuseppe, si diffuse la devozione popolare verso il glorioso patriarca. Oggi la Chiesa cerca con particolare attenzione di vedere teologicamente la figura di Giuseppe, questo uomo, che è stato in stretto contatto con Gesù e Maria, quindi, con la storia della salvezza. 

I teologi cercano di far luce sulla figura di Giuseppe, con i mezzi che abbiamo a disposizione, e cioè la Sacra Scrittura, la tradizione della Chiesa, gli scritti dei Padri. Anche con la riforma liturgica, san Giuseppe ha iniziato a prendersi il giusto posto nella Chiesa.

Giovanni XXIII, il 9 marzo 1961, affidando il concilio alla protezione di San Giuseppe, realizzando il desiderio del domenicano padre Giuseppe Lataste, inserì San Giuseppe nel canone della Messa, dopo Maria SS e prima degli angeli e dei Santi. 

Pio IX, nel suo decreto “urbi et orbi” dell’9 dicembre 1870, proclamava San Giuseppe patrono della Chiesa Universale e, ricordando i tempi tristi che la Chiesa stava vivendo, giustificava il ricorso a questo santo patrono, il quale avendo custodito Gesù in terra, non poteva, ora, non proteggere la sua Chiesa. 

Pio IX proclamandolo patrono della Chiesa Universale, così ricordava “La Chiesa venerò sempre e con sommi onori e lodi il beato Giuseppe”. 

E Leone XIII insegnava: “E’ fermamente conveniente che il popolo cristiano si abitui a pregare con singolare devozione e con animo fiducioso, insieme alla vergine Madre di Dio, il suo castissimo sposo san Giuseppe”. 

Il patrocinio di san Giuseppe ci sprona al servizio per il regno e ci aiuta ad essere coloro che in Gesù credono, si fidano e obbediscono. In una preghiera a san Giuseppe, che ancora oggi viene recitata, si invoca: “Allontana da noi, o padre amatissimo, questa peste di errori e vizi”, a cui oggi si potrebbe aggiungere “Allontana da noi, o padre amatissimo, la peste della droga, della violenza, della guerra, della prostituzione, del satanismo e di quanto altro ci fa deviare da Cristo”. 

Giovanni Paolo II scrisse nell’enciclica Redemptoris Custos“Raccomandandoci, dunque, alla protezione di colui al quale Dio stesso affidò la custodia dei suoi tesori più preziosi e più grandi”, impariamo al tempo stesso da lui a servire l’economia della salvezza.

In qualità di padre putativo di Gesù, san Giuseppe è considerato il celeste patrono dei papà. Egli è il santo che tutti siamo chiamati ad imitare, ma in modo particolare ogni papà. Imitare san Giuseppe non è impossibile, in quanto la sua santità è umana, fatta di lavoro, amore, preghiera, onestà e umiltà. La civiltà moderna ha l’esigenza di recuperare la figura paterna, in quanto oggi la figura del padre si trova in una profonda crisi. 

Oggi nelle famiglie non si fa più distinzione tra padre e madre, ormai la donna ha assunto posizioni e ruoli riservati all’uomo nell’ambito familiare. I figli, si ritrovano disorientati, in quanto mancano di un modello maschile – paterno. 

Il padre è colui che genera nell’amore, che infonde l’educazione ai figli nell’amore e nella libertà. In un suo viaggio pastorale in Molise, Giovanni Paolo II, nella festività di san Giuseppe, così si rivolse alla moltitudine di fedeli intervenuti:

Oggi la Chiesa onora in due date dell’anno liturgico la gloriosa figura del patriarca San Giuseppe: la prima il 19 marzo come solennità di san Giuseppe sposo della beata Vergine Maria, e l’altra il 1° maggio, come memoria di san Giuseppe lavoratore. 

San Giuseppe, attraverso il suo esempio, invita tutti i lavoratori alla santificazione del quotidiano lavoro, facendone qualcosa di religiosamente sacro. L’importanza del lavoro nella vita di ogni uomo richiede che se ne conoscano ed assimilano il contenuto per aiutare tutti gli uomini ad avvicinarsi, attraverso il lavoro, a Dio. 

San Giuseppe è considerato il patrono di tutti i lavoratori, e in particolare dei falegnami in virtù del mestiere che svolse durante la sua vita terrena, lo scelsero quale loro speciale patrono. In ogni bottega di falegname non manca mai una immagine del Santo Patriarca, colui che protegge il lavoro e difende dai pericoli.

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