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L’“Arca del Testamento”: le reliquie di Sant’Antonio

SAINT ANTHONY
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Daniel R. Esparza - pubblicato il 06/10/21
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Quando il corpo del santo venne riesumato, la lingua venne trovata in perfette condizioni

Portoghesi e Italiani lo reclamano come proprio, e hanno entrambi ragione. Era nato a Lisbona come Fernando de Bulloes e Taveira de Azevedo, ma aveva assunto il nome di Antonio in omaggio a Sant'Antonio Abate quando si era unito ai Francescani.

Morì a Padova, e i suoi resti sono custoditi lì nella basilica a lui dedicata. Che si parli di Fernando o di Antonio, Italiano o Portoghese, Sant'Antonio da Padova è noto popolarmente come “il santo”, senza bisogno di ulteriori informazioni.

È così popolare che Papa Leone XIII si riferì a lui come al “santo di tutto il mondo”. I suoi devoti sono diffusi ovunque, ed è difficile trovare una cappella, chiesa, basilica o cattedrale che non contenga un'immagine del frate francescano che tiene il Bambino Gesù tra le braccia.

La basilica di Sant'Antonio da Padova venne costruita vicino alla piccola chiesa di Santa Maria Mater Domini, in cui chiese di essere sepolto. Come accade spesso, l'edificio crebbe notevolmente nel corso degli anni e vennero realizzate varie aggiunte alla struttura originale, rendendo piuttosto difficile specificare se lo stile sia romanico, gotico o barocco. Un reliquiario dorato contiene la lingua e la mascella del santo – reliquie preziosissime, considerando la fama di Sant'Antonio come predicatore eccezionale.

Famoso per la profondità e la bellezza della sua predicazione (la tradizione afferma che San Francesco d'Assisi stesso gli disse che la sua missione era semplicemente predicare), Sant'Antonio morì di edema nel 1231. Venne canonizzato poco dopo la sua morte, e il corpo fu riesumato 30 anni dopo per essere trasferito nella basilica già costruita in suo onore. Se il corpo si era completamente decomposto, la lingua venne ritrovata in ottime condizioni. La tradizione afferma che non solo sembrava viva, ma brillava di un fulgore soprannaturale.

TONGUE

Ciò venne considerato una prova tangibile del dono divino di Sant'Antonio per la predicazione. La santa lingua venne quindi separata dagli altri resti, insieme alla mascella e all'avambraccio sinistro. Tutte queste reliquie sono preservate all'interno della basilica. 

Tutte le fonti concordano: il tono della sua voce, la sua eloquenza, la profondità della sua comprensione della Scrittura e la sua facilità a spiegare gli insegnamenti della Bibbia colpivano talmente che le autorità ecclesiastiche chiesero ad Antonio di predicare il Vangelo in Italia e in Francia. Alla corte papale di Gregorio IX, la sua predicazione era definita il “gioiello della Bibbia”, e il Papa stesso si riferiva a lui come al Doctor Acta Testamenti – l'“arca del Testamento”.

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