Orgoglio e invidia: ecco i pensieri del Curato d’Ars su questi due sentimenti tutt'altro che positivi.
San Giovanni Maria Vianney è sempre stato considerato un santo “ignorante”. Se il simbolo che contraddistingue l’evangelista Giovanni è l’aquila speculatrice che vola alta nei cieli, a lui, d’istinto, si sarebbe tentati d’attribuire, come animale simbolico, un’asino un pò tardo e testone.
Eppure la parola di questo santo Sacerdote aveva dell’immediato e dell’incisivo. Egli la scoccava come una freccia. I pensieri raccolti nel volume “Pensieri - S.Giovanni Maria Vianney Il Curato d’Ars” (Centro Missionario Francescano 2009) sono stati presi dai catechismi e dalle omelie del Santo Curato, dalle biografie del Monnin, dai Processi di Canonizzazione e da altre fonti minori.
Ecco una serie di pensieri del Curato d'Ars sui questi due sentimenti, su cui si è scagliato più volte: orgoglio e invidia.
“Una persona orgogliosa crede che tutto ciò che fà è ben fatto. Vuole dominare su tutti coloro che hanno a che fare con lei, ha sempre ragione. Crede che la sua impressione sia sempre migliore di quella degli altri”.
“L’orgoglio è un vino così fino, così sottile che penetra in quasi tutte le nostre azioni”.
“La porta dalla quale l’orgoglio entra con maggiore abbondanza, è la porta della ricchezza”.
“Non fidiamoci della falsa umiltà: ci fa perdere la grazia di Dio”.
“L’orgoglio è quel maledetto peccato che ha cacciato gli angeli dal paradiso”.
“E’ il nostro orgoglio che ci impedisce di diventare dei santi”.
“Senza l’impurità e l’orgoglio, dice Sant’Agostino, non ci sarebbe molto merito a resistere alla tentazione”.
“Mio Dio, com’è cieco l’uomo, quando si crede capace di qualcosa!”.
“Il peccato di orgoglio è il più difficile da correggere quando si è avuta la disgrazia di commetterlo".
“Osservate una persona di un certo livello che esamina il lavoro di un’altra: ci troverà mille difetti”.
“L’orgoglio è il peccato di cui il Buon Dio ha più orrore”.
“L’invidia rende l’uomo duro, insensibile, e ormai incapace di amare il prossimo e di amare se stesso”.
“L’invidioso alimenta nel suo cuore una passione di natura malefica, che lo inasprisce e lo consuma”.
“Se si vantano i meriti dei vostri amici e non si dice niente di voi ne siete rattristati. Se vedete qualcuno che si è convertito e che fa rapidi progressi nelle virtù, in poco tempo è arrivato ad un alto livello di perfezione, vi addolora il fatto di essere rimasti indietro. E se lo si loda, ne provate dispiacere e dite: “Oh, ma non è stato sempre così... Era come gli altri. Ha fatto questo errore e quest’altro…”. Tutto ciò è orgoglio”.
“L’invidioso è il carnefice di se stesso”.