Di Guido Castelli Gattinara
La pandemia da Coronavirus ha imposto improvvisamente all’attenzione di tutti problematiche sanitarie e sociali che erano state dimenticate da tempo.
Delle pandemie infettive e delle loro drammatiche conseguenze si sapeva
infatti solo dalla storia e dalla letteratura.
Si pensava appartenessero al passato, vinte grazie al miglioramento delle condizioni igieniche e alla medicina moderna. È stata una sorpresa rendersi conto di questa nuova condizione di fragilità e di pericolo: il COVID-19 ha invaso in pochi giorni la vita di tutti, causando sofferenza e morte, ma anche stravolgendo i rapporti familiari, la quotidianità, la socialità.
I ragazzi, in particolare, ne hanno sofferto molto: hanno dovuto fare i conti con un’improvvisa interruzione dei rapporti quotidiani con i loro nonni e parenti, con i coetanei e la scuola: esperienze vitali per la loro crescita.
La didattica a distanza ha compensato solo in parte questa mancanza e l’isolamento forzato è stato difficile per molti.
Eppure proprio i ragazzi hanno saputo ricavare da questa drammatica esperienza una riflessione e degli spunti di positività per immaginare il percorso verso un futuro migliore.
È quanto emerge da un confronto realizzato con gli studenti di alcune scuole di Roma, in collaborazione con i loro professori di scienze.
La pandemia può insegnarci molto, dicono i ragazzi, dobbiamo cogliere questa occasione per riflettere, scegliere e migliorare insieme il nostro modello di vita.
“Collaborazione, solidarietà e fiducia nella scienza” sono i tre grandi valori su cui i ragazzi chiedono di fondare il progetto di futuro per proteggere la nostra specie dalle grandi sfide
sanitarie.
“Informazione corretta e prevenzione” sono gli strumenti da utilizzare, ma anche “condivisione”.
“Stando insieme si ha meno paura, e si è anche immensamente più forti”, come dimostra la rapidissima messa a punto del vaccino contro il COVID-19.
Questo è quanto i ragazzi pensano e chiedono agli adulti di condividere, pretendendo che anche la scienza, come in questo caso, superi sempre i confini tra Paesi e svolga un lavoro comune per proteggere il pianeta e le persone contro le minacce globali alla salute, attuali e future. Siamo una unica specie.
Questa tragedia planetaria potrebbe finalmente insegnarci il valore di un altruismo nuovo, collaborativo oltre che solidale; a declinare il nostro “io” come un “noi”.
Sarà sempre necessario lavorare per proteggere il pianeta e le persone contro le minacce globali alla salute collettiva, collaborando tutti insieme.
C’è oggi la scoperta di una risorsa preziosa: quella di una nuova solidarietà, di una lotta comune contro minacce che interessano tutti.
È questo che molti studenti hanno espresso nelle loro riflessioni, in occasione di un progetto pilota di educazione sanitaria realizzato con alcuni istituti scolastici di Roma in
questi mesi.
Una pandemia è un’epidemia di proporzioni globali che si verifica quando un’infezione diventa capace di diffondersi molto rapidamente e in tutti i Paesi del mondo.
La diffusione pandemica è legata quindi alla capacità dell’agente infettivo di passare da una persona all’altra.
Per questo, le maggiori pandemie – almeno negli ultimi secoli – sono legate a virus che si trasmettono per via aerea, cioè parlando, tossendo, starnutendo. Infatti per i virus che usano questa via è più facile propagarsi rapidamente tra le persone.
Inoltre alcuni virus sono più resistenti agli agenti atmosferici e non vengono subito inattivati dall’essiccazione: restano quindi sospesi nell’aria in goccioline più piccole e leggere che sono capaci di andare lontano.
È quello che si è capito, ma tardi, nel caso del Coronavirus SARS-CoV-2. Ed è questo il motivo per cui è necessario indossare sempre le mascherine e mantenere una distanza di ben oltre il metro.
Una seconda condizione che favorisce la diffusione di una pandemia è la comparsa di un nuovo virus, come è accaduto alla fine del 2019 per il SARSCoV-2. Si trattava di un virus presente in alcuni animali che vivono in contatto stretto con l’uomo.
Questo virus ha compiuto un salto di specie - il cosiddetto “spillover”, ovvero il passaggio da una specie (l’animale) all’altra (l’uomo). Questo “salto” è stato consentito da alcune mutazioni genetiche che hanno dato al virus la capacità di attaccarsi alle cellule dell’albero respiratorio umano e provocare l’infezione nell’uomo.
Quando un virus è nuovo, può causare malattie più gravi e diffondersi più facilmente da una persona all’altra perché il sistema immunitario umano non è preparato a combatterlo.
Un altro aspetto che favorisce la diffusione delle malattie infettive è la facilità di viaggiare: ormai ogni anno più di un miliardo di persone passa da un Paese a un altro. La facilità dei viaggi è certamente una risorsa importante per l’uomo, ma fornisce alle infezioni una grande opportunità di diffusione.
Tutti questi eventi – un nuovo virus, la sua diffusibilità per via aerea e i grandi spostamenti delle persone – si sono presentati contemporaneamente nel corso del 2019 e hanno quindi portato alla pandemia da COVID-19.
Questa situazione potrà capitare nuovamente in futuro. Ci auguriamo che, grazie all’esperienza acquisita durante la pandemia da COVID-19, un sistema di allerta rapido e un’azione internazionale ben coordinata possano riuscire a contenere i nuovi potenziali virus pandemici.