La beata Anna Katharina Emmerick (1774-1824) sin da bambina ha dovuto affrontare il demonio. E questo le ha causato dolori corporali molto violenti. Emmerick è una delle mistiche che più dettagliatamente, per tutta la vita, ha raccontato i suoi incontri con il diavolo.
Nei suoi scritti sono riportati i dettagli di queste visioni, ripresi anche nel processo di beatificazione. Per alcuni si è trattato di allucinazioni, ma coloro che hanno studiato bene il suo caso, ritengono che quella di Emmerick sia tutt’altro che assimilabile ad una patologia.
Marcello Stanzione ha pubblicato in "La beata Anna Caterina Emmerick e l'aldilà" (edizioni Segno).
“Quando ero ancora una bambina - scrive la mistica tedesca, in riferimento al demonio - percepivo il suono delle campane benedette come se fossero raggi di benedizione. Credo sicuramente che le campane benedette mettano in fuga Satana. Quando in gioventù pregavo nel campo durante la notte, vedevo spesso i demoni che mi circondavano, ma appena le campane di Coesfeld (paese dove è nata ndr) suonavano il mattutino, sapevo che scappavano”.
Prosegue Emmerick: “Gesù ha elargito la sua benedizione ai sacerdoti perché questa benedizione arrivi a tutte le cose penetrando e lavorando in esse da vicino e da lontano per il suo servizio... Il suono delle campane benedette è per me più santo, più gioioso, più vigoroso e dolce di tutti gli altri suoni”.
Un altro incontro con il diavolo è stato diretto e violento: “Non lontano da casa nostra - riporta Emmerick - nostra c’era un luogo complementare sterile, posto in mezzo ad altre terre che producevano frutti. Quando da bambina passavo di lì provavo sempre angoscia e mi sembrava di essere sempre estranea a quel luogo; varie volte caddi per terra senza sapere come. Vedevo due specie di ombre nere che vagavano, e i cavalli si imbizzarrivano quando si avvicinavano. Avendo provato tante volte quanto fosse spaventoso quel luogo, ne chiesi il motivo, e la gente mi rispose che avevano visto lì cose strane. Una notte mi misi a pregare in quel luogo, con le braccia in croce”.
“La prima volta - continua la mistica - questo mi costò una grande violenza. La seconda venne una figura con la forma di un cane, che poneva la testa sulla mia spalla. Io lo guardai e vidi i suoi occhi di fuoco e il suo grugno. Ebbi paura ma non mi turbai, anzi dissi: ‘Oh Signore, Tu che hai pregato nell’orto degli ulivi in mezzo alle angosce più grandi, Tu stai con me il demonio non può nulla contro di me’. Poi ripresi a pregare e il nemico si allontanò”.
Infine, Emmerick ricorda di un incontro “indiretto” con il demonio. “Quando ero bambina, un giorno i miei genitori erano fuori casa. Mia madre mi aveva ordinato di pulire la casa e di non uscire. Venne una donna molto anziana che mi disse: ‘Vai al mio pero e raccogli le pere, presto, prima che torni tua madre’. Caddi in tentazione; mi dimenticai di quello che mia madre mi aveva ordinato e corsi nell’orto di quella donna tanto in fretta che mi colpii al petto con un aratro che era nascosto tra la paglia e caddi a terra senza sensi”.
“Così - conclude la mistica - mi trovò mia madre, e mi fece tornare in me con una punizione corporale. A lungo sentii il dolore del colpo preso. In seguito seppi che il maligno si era servito della cattiva volontà di quella donna per mettere alla prova la mia obbedienza con l’appetito sregolato e che, essendo caduta in tentazione, mise in pericolo la mia vita. Questo mi fece diventare molto cauta nei confronti della gola, e mi fece riconoscere quanto sia necessario all’uomo mortificarsi e vincere se stesso”.