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Vaticano all’ONU: i cristiani sono il gruppo più perseguitato del mondo

Paul Richard Gallagher
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i.Media per Aleteia - pubblicato il 27/09/21
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Monsignor Gallagher ha parlato alle Nazioni Unite del problema del razzismo contro i migranti e dell'eugenetica contro i disabili in occasione del 20° anniversario della Dichiarazione di Durban

“Molti migranti […] affrontano razzismo e xenofobia […] nel Paese di destinazione, anziché ricevere il sostegno di cui hanno bisogno”, ha denunciato monsignor Paul Richard Gallagher, segretario incaricato dei Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato della Santa Sede, il 23 settembre.

In un discorso alle Nazioni Unite, monsignor Gallagher ha anche criticato la “pratica insidiosa” di un'altra forma di discriminazione, l'eugenetica.

Il presule britannico è intervenuto nel contesto della commemorazione del 20° anniversario della Dichiarazione di Durban, che ha istituito un programma di azione multilaterale su “riparazioni, giustizia razziale e uguaglianza per le persone di origini africane”.

Il diplomatico ha ricordato che la Santa Sede combatte il razzismo e la discriminazione, ma che la lotta contro questi fenomeni non deve “servire come giustificazione perché gli Stati violino i diritti umani delle minoranze o censurino le loro opinioni”.

La soluzione, ha osservato, risiede soprattutto nella promozione di una “cultura dell'incontro, della fraternità e della solidarietà”, non nel “noi contro loro”.

I cristiani, i più perseguitati

La lotta contro la discriminazione razziale procede di pari passo con quella contro “l'intolleranza basata sull'appartenenza a una religione”, ha detto il vescovo, denunciando che chi perpetra queste discriminazioni nel mondo di oggi “gode spesso di totale impunità”.

Monsignor Gallagher ha ricordato che i cristiani sono attualmente “il gruppo più perseguitato del mondo”, e ha sottolineato che la mancanza di rispetto del diritto alla libertà religiosa e alle credenze è il precursore della violazione di altri diritti fondamentali.

Ha quindi descritto la natura discriminatoria della “mentalità eugenetica” che “spesso si nasconde dietro le tecniche di procreazione artificiale e i lati oscuri delle diagnosi prenatali”.

Il mancato rispetto dei diritti degli esseri umani “per motivi di disabilità, sesso o altre caratteristiche”, ha concluso, consacra princìpi di discriminazione totalmente opposti ai valori affermati nella Dichiarazione di Durban.

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