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Con due Barbie infilate negli stivali per guadare il fiume tra Messico e USA

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Giovanna Binci - pubblicato il 27/09/21
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La foto di questa bambina che infila le due bambole negli stivali di gomma per guadare il Rio Grande, linea di confine tra Texas e Messico, ci riporta al significato vero della parola "essenziale".

Due Barbie infilate negli stivali di gomma neri. 

Ecco che forma ha la speranza al confine tra Texas e Messico. Quella di due bambole che, ironia della sorte, rappresentano proprio il sogno americano che quindici mila migranti inseguono oltre il Rio Grande. 

Chiedono asilo nel paese a stelle e strisce. Molti vengono da Haiti, dopo l'uccisione del Presidente Moise e sono aumentati a causa del terremoto che ha messo in ginocchio il paese lo scorso agosto

Un ponte a Ciudad Acuña davanti al fiume da ormai troppi giorni era la casa di questa massa umana in cerca riparo dal caldo cocente e in attesa. 

Il governo Biden è stato travolto dalle critiche per come la situazione è stata gestita nonostante la conferma che gli abusi saranno puniti e che le espulsioni sono state prima di tutto imposte da "motivi di salute pubblica" nella lotta alla pandemia. È stato disposto il rientro ad Haiti di 2000 persone in aereo, 8000 in Messico e altre 5000 in centri di accoglienza.

afferma il segretario americano alla Sicurezza Nazionale, Alejandro Mayorkas

(Fonte rainews.it

Quel ponte è una linea di demarcazione non solo tra Messico e Stati Uniti, ma tra ciò che è umano e ciò che non lo è.

Non parlo delle condizioni di vita precarie e spesso disperate da cui queste persone cercano di scappare, ma anche della condizione in cui versa la parola "vita" nel nostro mondo ricco. A giudicare dalle immagini di questa crisi umanitaria, direi che è in prognosi riservata e forse, non ce la farà. 

Famiglie cariche di buste, bambini, borsoni in cui hanno stipato pezzi essenziali di vita da portare "oltre" la miseria. Agenti della polizia di frontiera a cavallo stile cowboy che fanno tanto intrattenimento per turisti in cerca del vecchio West, ma invece delle mandrie, accerchiano persone e le respingono a colpi di redini sulle rive del Rio Grande. 

Poi c'è questa bambina, circondata da piedi scalzi di altri piccoli, che in attesa di guadare, calza i suoi tesori negli stivali. Perché se avete mai avuto a che fare con delle bambine, sapete che le Barbie sono beni di prima necessità. Si può lasciare indietro tutto, ma anche da queste parti, se dimentichi la bionda e i suoi vestitini rosa luccicanti, è quasi crisi umanitaria. 

Mi chiedo cosa ci sia in quelle borse di fortuna o come si faccia a scegliere cosa lasciare e cosa salvare delle nostre vite se mi trovassi nella situazione di questi uomini e donne. La risposta è negli stivali di una bambina: niente è essenziale come ciò che è inutile, se non per darci il coraggio di attraversare la paura con le sue acque grigie, il sorriso che ci permette di credere che domani sarà un giorno nuovo e bellissimo, l'immaginazione che ci porti lontano da un accampamento di fortuna pieno di fango. Magari nella bella casa con chihuahua, piscina e macchina fucsia di Barbie a Malibù.

Me lo devo ricordare, la prossima volta che farò uno di quei giochi dove ti chiedono cosa porteresti in un'isola deserta avendo solo poche possibilità. Un cellulare? Una confezione di Pan di Stelle formato famiglia? Il mio abito preferito? La Bibbia?

Non dobbiamo lasciare a casa la speranza, anche nelle situazioni più impensate. È l'unico bagaglio di cui non possiamo davvero fare mai a meno e si infila dovunque. Nei pertugi del cuore e degli stivali

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