Il Papa denuncia la presenza di una Chiesa “parallela” in cui c'è «chi si ostina a prendere il posto di Dio», pretendendo di modellarla «sulle proprie convinzioni culturali, storiche, costringendola a frontiere armate, a dogane colpevolizzanti, a spiritualità che bestemmiano la gratuità dell'azione coinvolgente di Dio».
Quando la Chiesa «è testimone, in parole e fatti, dell'amore incondizionato di Dio, della sua larghezza ospitale - sentenzia il pontefice - esprime veramente la propria cattolicità».
Papa Francesco si è espresso con questi toni molto duri durante l’udienza in Vaticano alla diocesi di Roma. E ha invitato quest’ultima, riporta Ansa (18 settembre), ad intraprendere il cammino sinodale senza escludere nessuno.
«Se la parrocchia è la casa di tutti nel quartiere, non un club esclusivo, mi raccomando: lasciate aperte porte e finestre, non vi limitate a prendere in considerazione solo chi frequenta o la pensa come voi, che saranno il, 3, 4, 5 per cento, non di più. Permettete a tutti di entrare».
Secondo Papa Francesco «ci sono molte resistenze a superare l'immagine di una Chiesa rigidamente distinta tra capi e subalterni, tra chi insegna e chi deve imparare, dimenticando che a Dio piace ribaltare le posizioni».
In vista del Sinodo, il Papa chiede un cambiamento di pensiero radicale, da parte di chi pensa di abitare in questa sorta di Chiesa “parallela”.
«La Chiesa sinodale - ha sottolineato il Pontefice - ripristina l'orizzonte da cui sorge il sole Cristo: innalzare monumenti gerarchici vuol dire coprirlo. I pastori camminano con il popolo», «a volte davanti, a volte in mezzo, a volte dietro».
«Davanti per guidare, in mezzo per incoraggiare e non dimenticare l'odore del gregge, dietro perché il popolo ha anche 'fiuto'. Ha fiuto nel trovare nuove vie per il cammino, o per ritrovare la strada smarrita», ha aggiunto il Papa (Avvenire, 18 settembre).