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La conversione quotidiana è Cristo che ci chiede: “Chi sono per te?”.

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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 24/09/21
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«Ma voi chi dite che io sia?», siamo personalmente interpellati ogni giorno da Gesù con questa domanda che dà senso a tutto il nostro esserci.

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?».
Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.
«Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno»
.

Basterebbe questa annotazione iniziale del vangelo per poter riempire tutta la nostra giornata dello strano effetto che dovrebbe suscitare in ciascuno di noi pensare al fatto che Gesù prega. Noi che siamo abituati a pensare in termini di autosufficienza, non riusciamo a spiegare il motivo per cui Gesù, che in teoria non dovrebbe aver bisogno di niente e nessuno, si fa costantemente bisognoso nella preghiera. Forse dovremmo convertire il nostro modo di intendere Cristo e di intendere la preghiera. Fatto sta che da questo “incontro” Gesù tira fuori una domanda serissima:

Rispondere correttamente a questa domanda, così come fa Pietro, non è attitudine o bravura nostra, è dono. La fede è dono. E la fede è poter dire il nome e il cognome di ciò che stiamo cercando: “Gesù è il Signore”. Ma Cristo immediatamente aggiunge a questa consapevolezza nuova, nata nei discepoli, il realismo cristiano: «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Cioè credere non ci risparmia la fatica della vita. Sapere perché vale la pena vincere le olimpiadi non ci esime dalla fatica dell’allenamento, anzi la motiva di più.

La fede dovrebbe motivarci di più a vivere bene anche ciò che nella vita non ci piace ma esiste comunque. Sulla domanda “chi è Gesù per me?” si basa ogni autentica conversione cristiana. Quando ci sentiamo interpellati personalmente da Cristo allora tutto può cambiare: non più un’educazione ricevuta ma una persona incontrata, ecco cosa diventa il cristianesimo. Ma nessuno può rispondere al posto tuo.

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