La Corte Suprema degli Stati Uniti ha annunciato lunedì che il 1° dicembre ascolterà le argomentazioni di un caso che potrebbe portare a un capovolgimento della sentenza Roe v. Wade, che con una sentenza del 1973 ha legalizzato l'aborto.
Il caso, Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization, implica una sfida alla legge del Mississippi, che limita l'aborto dopo 15 settimane di gravidenza.
La legge, promulgata nel 2018, è stata bloccata dalla Corte Distrettuale Federale, e poi accolta dalla Corte d'Appello Statunitense del Quinto Circuito.
L'Alta Corte considererà se tutte le restrizioni all'aborto prima della possibilità di vita al di fuori dell'utero materno siano incostituzionali. La sentenza Roe v. Wade ha permesso l'aborto prima che il feto abbia questa possibilità, a 24 settimane di gestazione.
I sostenitori pro-vita hanno perorato la causa fin dal 1973, e i progressi nella ricerca scientifica hanno modificato la nostra comprensione dello sviluppo del bambino non nato.
“La scienza rivela l'innegabile umanità del bambino non nato. A 15 settimane, il cuore di un bambino non nato ha battuto quasi 16 milioni di volte. Conosce già la preferenza per la mano destra o quella sinistra, risponde al gusto e può provare dolore. I bambini e le loro madri meritano di essere protetti dalla legge”, ha affermato il presidente di SBA List, Marjorie Dannenfelser.
Gli attivisti contrari all'aborto e gli esperti legali sostengono che bisogna anche ricordare che la Corte Suprema ha già stabilito che certe restrizioni all'aborto sono in linea con la Costituzione.
“C'è ovviamente un precedente nella giurisprudenza della Corte per proibire gli aborti prima della possibilità di sopravvivenza”, ha affermato Jennifer Popik, J.D., direttore legislativo federale del National Right to Life Committee.
“Il Partial-Birth Abortion Ban Act del 2003 ha proibito una particolare procedura abortiva che veniva usata sia prima che dopo quella che viene ritenuta la possibilità di sopravvivenza. La Corte Suprema statunitense l'ha ritenuta costituzionale nel 2007”.
“Il dibattito guidato dall'NRLC sugli aborti a nascita parziale ha rinfocolato il dibattito sull'aborto, e la decisione di costituzionalità della Corte ha spianato la strada a decisioni future”.
Il 28 luglio 2021, la Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) ha presentato un amicus brief sul caso Dobbs vs. Jackson Women’s Health Organization, supportando il divieto di aborto del Mississippi.
Nel documento, la USCCB ha sostenuto che l'aborto non è un diritto creato dalla Costituzione e l'ha definito “intrinsecamente diverso da altri tipi di decisioni personali a cui la Corte ha accordato protezione in precedenza”.
Il Charlotte Lozier Institute ha presentato un amicus brief separato nel caso Dobbs, sostenendo le prove scientifiche emerse dalla sentenza del 1973 Roe v. Wade che dimostrano l'umanità bambini non nati, compresa la capacità di provare dolore ben prima della possibilità di sopravvivenza fuori dall'utero materno.