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Cosa Dio può fare con il nostro “sí”: Mary’s Meals oggi sfama 2 milioni di bambini nel mondo

Mary's Meal

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Anna Raisa Favale - pubblicato il 15/09/21
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Mary's Meal è la storia di Magnus MacFarlane Barrow che una sera sente una notizia al tg e decide di impegnare la sua vita a sfamare gli altri

Magnus MacFarlane Barrow é un uomo scozzese, cresciuto ad Argyll.

Una sera del 1993, lui e suo fratello sono in un pub a bere una birra, quando al telegiornale passa la notizia dello scoppio della guerra in Bosnia.

Le telecamere mostrano immagini apocalittiche: centinaia di persone ormai senza piú niente e disperate chiedono aiuto.

Profondamente toccati da queste richieste, decidono di organizzare una semplice raccolta fondi nel loro paese. Le donazioni arrivano generose, e poche settimane dopo si mettono in viaggio per Medjugorje, in Bosnia, per distribuire gli aiuti.

Ripartono, pensando di ritornare alla loro vita di sempre, ma le donazioni continuano spontaneamente ad arrivare – indumenti, cibo - cosí copiose che i loro genitori occupano tutto lo spazio del capanno di casa.

Quella chiamata a fare qualcosa per chi è nel bisogno é forse più grande di quel che aveva pensato; e allora Magnus decide di prendersi un anno sabbatico, mette in pausa il lavoro, vende la sua piccola casa e compra un furgone con il quale può guidare per tutta la Bosnia portando aiuto.

La gente continua a donare, in poco tempo si fa necessario fondare formalmente una ONG, che viene inizialmente chiamata “SIR – Scottish International Relief”.

Quello che era 1 anno, diventano 10 anni. SIR cresce in modo costante. Non solo distribuisce aiuti, ma adesso costruisce case per i bambini abbandonati in Romania, aiuta i profughi della Liberia, e promuove progetti in Africa.

Mentre é in Malawi, Magnus conosce una donna di nome Emma che sta morendo di AIDS. Ha 6 figli e la sua ultima preghiera é che qualcuno si prenda cura di loro.

Quando Magnus chiede ad Edward, il più grande, quale sia la cosa che desidera di più , lui risponde: “Vorrei solo avere abbastanza cibo per mangiare e poter andare a Scuola, un giorno”.

Quelle parole, così spietate nella loro semplicità e assurdità, furono l’ispirazione per quello che Marys’ Meals - il cui nome sarebbe cambiato nel 2012 come atto di gratitudine verso la Madonna di Medjugorje - sarebbe diventata: provvedere a dare un pasto nutriente al giorno a bambini affamati, e assicurare la loro presenza a Scuola.

Pochi giorni fa, Mary’s Meals ha festeggiato un incredibile traguardo: i bambini nel mondo che sfama sono diventati 2 milioni.

La sua struttura é semplice: si individuano le comunità nel mondo da servire, le materie prime del luogo con cui si può cucinare un pasto che sia nutriente e sostanzioso; poi Mary’s Meals si connette con le scuole sul territorio, in alcuni casi ne apre anche delle nuove, seguendo e supportando l’intero progetto in tutte le sue fasi. Spesso, sono le mamme le prime ad aderire all’iniziativa cucinando personalmente per i loro bimbi. In altri casi sono volontari, o membri di Mary’s Meals.

Un’idea semplice che oggi sfama 2 milioni di bambini.

Quello che mi colpisce della storia di Magnus, è che lui non aveva nessun piano.

Non si é messo al tavolo scrivendo Business Plans, non ha stilato una tabella di marcia, non si é dato tempi e modi. La sola cosa, grandiosa per quanto semplice, che Magnus abbia fatto, é stato dire sempre “sí”.

A quanti di noi è capitato nella vita di guardare in televisione bambini che chiedevano aiuto, o profughi di guerra che avevano bisogno del fondamentale? Sono certa che il nostro cuore ne sia stato profondamente toccato, ma in quanti abbiamo deciso di fare qualcosa?

Era il 1983: un altro mondo, in cui donare era più facile e lo si faceva con più spontaneità e fiducia. Oggi ci sono centinaia di associazioni, gruppi, iniziative, e la prima cosa che si incontra, quando si chiede aiuto, é scetticismo e paura.

Abbiamo complicato talmente tanto il posto in cui viviamo, che non riusciamo neanche a donare con semplicità senza farci prendere dall’ansia che sia sbagliato, sprecato, inutile e rischioso. Non riusciamo neanche a rispondere ai desideri piú naturali e semplici del nostro cuore senza paura di esserne delusi.

Ma questa é un’altra storia.

La storia di Magnus, invece, é una storia fatta di umiltà, e di fiducia.

La vergine Maria é arrivata “formalmente” anni dopo nel progetto, eppure posso vederne già così chiaramente le sue caratteristiche sin dal principio di questa chiamata. Nell’umiltà, semplicità e spontaneità con cui Magnus ha dato il suo primo sí, e con le quali ha continuato a dare tutti gli altri successivi.

La Bosnia é in guerra, servono aiuti: va bene. Gli aiuti continuano ad arrivare, serve qualcuno che li distribuisca ma questo vuol dire mettere in pausa il lavoro, vendere la casa e cambiare completamente vita: va bene. La cosa si fa grande, bisogna fare altro: va bene. Una donna africana muore affidandoti i suoi figli, il più grande ti dice: vorrei solo avere abbastanza da mangiare e poter andare a scuola: va bene. Ci sto.

Potrebbe sembrare una lettura semplicistica, la mia, eppure credo profondamente che a complicarci la vita spesso non sia la realtà, ma la nostra poca capacità di fidarci, di dire anche noi “va bene, ci sto”, di abbandonare i nostri piani, di vendere le nostre cose, di scommettere in un anno della nostra vita, di cambiare completamente direzione. Ognuno conosce la propria vita e può rapportarlo alla propria realtà.

No, non é semplice quello che ci chiede Dio, eppure richiede risposte che sono semplici.

Oggi Mary’s Meals sfama 2 milioni di bambini al mondo al giorno e Magnus, oltre ad essere il fondatore di questo meraviglioso progetto, é anche marito e padre di altri 7 figli naturali.

Oggi guardiamo un uomo come Magnus e magari pensiamo “Vorrei essere di più come lui. Vorrei fare qualcosa di importante, qualcosa che lascia il segno in questo mondo”. Il più grande insegnamento della sua storia, tuttavia, non sta nell’ambizione o nell’organizzazione, ma nella fiducia: tutto questo lui l’ha realizzato perché si é fidato.

Magnus, insieme all’aiuto di centinaia di collaboratori nel mondo, é padre adottivo di 2 milioni di bambini. In Africa, Asia, Sud America, Caraibi, Romania.

Marys’s Meals si serve di centinaia di collaboratori in tutto il mondo che portano avanti questa chiamata, che é diventata la chiamata di tantissimi.

La prova di come il nostro singolo “sí” sia necessario per aprire la possibilità di altri sí futuri, “sí” che appartengono ad altri. Di come dalle nostre singole scelte dipendano anche quelle degli altri, e di come in questa vita siamo tutti legati, nel dare, nel ricevere, nello scegliere.

Si legge sul sito di Mary’s Meals:

“La nostra visione é che ogni bambino riceva un pasto giornaliero nel luogo in cui va a Scuola, e che tutti quelli che hanno di piú del necessario, lo condividano con quelli a cui mancano anche le cose basilari. Lavorando con chi condivide la nostra visione.

E crediamo che non ci sia una buona ragione per cui questo non possa essere realizzato”.

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