Anche i disabili avranno la loro patrona: sarà una santa di origini umbre, Margherita da Città di Castello.
Morta all’età di 33 anni dopo essere stata abbandonata dai genitori perché nata cieca e zoppa, emarginata da chi doveva accoglierla, scartata come un errore di Dio. Eppure Margherita da Città di Castello, dopo aver attraversato sette secoli grazie ai pochi che ne hanno sostenuto il culto, è ora elevata agli onori dell’altare.
Una “santa inaspettata”, come la definisce il postulatore generale dei Domenicani fra Gianni Festa.
Il culto di Margherita è antico e risale già al 1600. Ma era rimasto circoscritto nella tradizione aulica delle memorie storiche. «Un giorno - spiega il frate - ricevo la lettera di una piccola parrocchia dell’Ohio, spedita a me e al Santo Padre per chiedere la canonizzazione. Vi era contenuto il racconto di circa venti mamme americane che avevano pregato Little Margaret per una loro amica, in punto di morte e in predicato di perdere il figlio che aveva in grembo».
Le mamme avevano pregato la novena ed entrambe si erano salvate. «Sono rimasto stupefatto dalla lettera - prosegue il postulatore -. E ho riaperto il dossier della santa, scoprendo una ricchezza straordinaria. Il culto della beata è diffuso in tutti gli Stati Uniti e nelle Filippine. Un culto popolare iniziato a partire dal 1800 per volontà popolare e non per iniziativa gerarchica. Margherita è una santa di cui non c’è stato un recupero archeologico, come accade per i santi di alcuni ordini religiosi, ma una riscoperta guidata dall’enorme diffusione di un culto nato dal popolo».
Margherita è una santa «viva», negli Stati Uniti è «la santa pro-life invocata da migliaia di persone: nelle Filippine è la santa delle persone disabili, dei bambini ciechi, sordomuti o con sindrome di Down».
Margherita rappresenta la piccolezza evangelica che è intramontabile e sgorga in modo carsico grazie alla preghiera del popolo. Il caso è pagano, la Provvidenza viene dal Signore. Avevamo iniziato la causa in attesa del miracolo necessario alla canonizzazione, ma poi abbiamo deciso di chiedere al Santo Padre la canonizzazione equipollente.
È stata sorprendente la risposta positiva e immediata di Papa Francesco. Il disegno di Dio era quello di dare risposta alla richiesta di Margherita che bussava alle porte della Chiesa. Adesso il desiderio è che il Papa dichiari Margherita padrona delle persone disabili.
Quando ho cominciato a scrivere la positio della causa di canonizzazione, ho ricevuto un meraviglioso dossier dalle Filippine che ha contribuito alla riuscita del processo. C’era una manciata di fotografie, che venivano da un villaggio sperduto in mezzo alla foresta, dove le nostre suore domenicane gestivano un orfanotrofio.
In un piccolo cortile un’umile statua della beata, con gli occhi bianchi della cecità, era circondata da decine di bambini ciechi e disabili. Loro vedevano in Margherita un’amica (Agensir, 12 settembre).