Padre Gabriele Amorth è stato un partigiano e ha partecipato alla Resistenza. In pochi conoscono questo retroscena su quello che poi diventerà il più celebre degli esorcisti.
Una notizia riportata in “Don Amorth – La biografia ufficiale” (Edizioni San Paolo) a cura di Domenico Agasso.
E’ il 25 aprile 1945, quando finalmente finirà la seconda guerra mondiale, con l’uccisione di Mussolini da parte dei partigiani, e la nascita dei primi governi a guida dei partiti che hanno condotto la Resistenza.
E’ proprio alla Resistenza a cui il futuro Gabriele Amorth ha dato il suo sostegno incondizionato. Racconterà Giuseppe Dossetti, allora assistente universitario, tra i protagonisti della lotta partigiana in Emilia, futuro costituente, tra i fondatori della Democrazia Cristiana di De Gasperi di cui sarà vicesegretario, e infine sacerdote e monaco, presente al Concilio Vaticano II: «Ci si iniziò a incontrare a casa Padovani, con padre Giacon, che era il mio insegnante di religione, che garantiva per così dire l’ortodossia del pensiero, e poi Vanni Rovighi, Lazzati, Fanfani, Amorth».
È la primavera del 1943, prima del 25 luglio e dell’8 settembre, e già i giovani cattolici s’incontrano in segreto per progettare un futuro diverso dal fosco presente. E tra loro c’è Gabriele, che ha appena diciotto anni e vuole farsi prete.
Non ci sono specifici episodi resistenziali da narrare. Si sa che Gabriele Amorth sceglie il nome di battaglia di “Alberto” e milita nella formazione partigiana cattolica detta “Brigata Italia”, guidata da Ermanno Gorrieri, nome di battaglia “Claudio”. Altra eminente figura del cattolicesimo italiano: classe 1920, di Sassuolo, tra i promotori della Repubblica partigiana di Montefiorino, sui monti tra Modena e Reggio Emilia, uno dei fondatori del sindacato “bianco” Cisl.
Gabriele Amorth otterrà pubblici riconoscimenti del suo impegno partigiano, come ricorda Saverio Gaeta:
Una partecipazione tutt’altro che simbolica, dunque, all’esperienza resistenziale, per un ragazzo tra i diciotto e i vent’anni che coltiva il desiderio di fare il prete. Gabriele Amorth adesso potrebbe seguire anche altre strade: quella della politica, ad esempio, intrapresa, come s’è visto, da parecchi dei suoi compagni partigiani. E infatti – racconta – «a ventun anni, nel 1946, venni nominato vice-delegato nazionale dell’allora presidente dei movimenti giovanili della Democrazia Cristiana, Giulio Andreotti».