Il 12 settembre, il rito latino della Chiesa cattolica onora il Santo Nome di Maria con una memoria opzionale. La festa è strettamente associata alla nascita della Vergine Maria, che si celebra l'8 settembre.
Secondo la Catholic Encyclopedia, questa festa “venne istituita nel 1513 a Cuenca, in Spagna, e le venne assegnato l'ufficio proprio il 15 settembre, ottava della Natività di Maria. Dopo la riforma del Breviario da parte di San Pio V, con un decreto di Sisto V (16 gennaio 1587) venne spostata al 17 settembre”.
L'assegnazione della festa a 8 giorni dopo la nascita della Vergine Maria corrisponde alla festa del Santo Nome di Gesù, che si celebra 8 giorni dopo la nascita di Cristo.
La festa del Santo Nome di Gesù è collegata alla cerimonia ebraica della circoncisione, che veniva celebrata 8 giorni dopo la nascita di un bambino maschio ed è registrata nella Bibbia: “Quando furono compiuti gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu messo il nome di Gesù, che gli era stato dato dall'angelo prima che egli fosse concepito” (Luca 2, 21).
Nel XVII secolo, la festa venne estesa alla Chiesa universale, e secondo la Catholic Encyclopedia le venne attribuita un'altra data: “Dopo l'assedio di Vienna e la vittoria gloriosa di Sobieski sui Turchi (12 settembre 1683), la festa venne estesa alla Chiesa universale da Innocenzo XI, e fu assegnata alla domenica successiva alla Natività di Maria”.
Solo nel 1908 un decreto stabilì che quando la festa non poteva essere celebrata nella domenica adatta per via di qualche festa di rango superiore dovesse cadere il 12 settembre, giorno in cui nel martirologio romano si commemora la vittoria di Sobieski.
All'epoca si credeva che Maria avesse giocato un ruolo fondamentale nella vittoria militare, e il Papa la collegò alla festa del Santo Nome di Maria.
Ecco una canzone speciale di Mariana Valongo che ci servirà per riflettere sulla festa del Santo Nome di Maria.
Il nome di Maria viene comunemente interpretato da San Geronimo come quello dell'“illuminata”, coleio che ha ricevuto la luce del Dio altissimo per generare il Salvatore.
Lei, la “principessa” (Bover), la “bella” (Banderhewer), è anche la piena di grazia. Maria non è solo la ragazza di Nazaret, ma Maria l'eletta dal Creatore.
Lo vediamo già prefigurato nell'uso egizio che si faceva di questo nome. Per la cultura egiziana, il significato di Maria era “la prediletta di Dio” (Esodo 15, 20), denotando la preferenza sulle altre donne.
Nella celebrazione del Santo Nome di Maria, quindi, siamo chiamati a riconoscere che ciascuno di noi, senza eccezione, è conosciuto da Dio con un nome particolare. Il Signore ama ogni uomo e lo guarda con misericordia speciale.
Quando parliamo a qualcuno e ci rivolgiamo a quella persona con il suo nome, non solo identifichiamo l'“altro”, ma gli diamo anche dignità come persona riconosciuta, rispettata, apprezzata e accolta.
Ciò ha una portata tale che nei campi di concentramento i reclusi venivano identificati come un numero, primo passo nel lungo cammino di esclusione sociale che avrebbero iniziato a sperimentare.
Abbiamo tutti un nome particolare che ci è stato dato da chi ci ama di più.
Questa forma nominale non è solo una parola con un suono speciale, ma comporta un significato che aiuta a delucidare i desideri che i genitori o i tutori hanno nei confronti del bambino. Come Maria è stata chiamata con il suo nome, ciascuno di noi è stato chiamato, nel Battesimo, a una missione specifica con la quale camminare verso la santità.
Il nome ci rivela quindi che Dio nutre per ogni uomo un amore speciale che lo porta a sognare ciascuno.
Questo ci permette di riconoscere che nell'immensità e nella misericordia di Dio c'è un piano che solo Lui conosce, ma che contiene la nostra felicità eterna.
Solo Dio conosce il nostro vero nome. Solo Lui sa quale sia e come sia la nostra vocazione particolare. Solo Lui può rivelarcela, perché possiamo accoglierla liberamente.
Lo vediamo ad esempio nel passo di Zaccheo (Lc 19, 1-5), quando Gesù, passando, si riferisce subito a lui chiamandolo per nome, e poi lo invita a scendere.
A partire da questo possiamo riconoscere che Dio non ha uno sguardo semplicemente generale nei confronti delle Sue creature, ma guardando ciascuno in particolare, nel traboccare del Suo amore, ci invita a scendere da ciò che ci allontana da Lui e ad andare a cenare in Sua compagnia.
La festa del Nome di Maria ci ricorda anche il libro dell'Apocalisse (3, 5), che richiama particolarmente l'attenzione parlando del libro della vita, in cui saranno scritti i nomi di coloro che risulteranno vittoriosi.
Questo libro è considerato la rappresentazione della vita eterna, per cui diremmo che il nome dato ai figli di Dio è eterno, non solo per la vita militante nel mondo, ma si comunica e continua nella vita gloriosa.
Non è meraviglioso pensare che un giorno Dio ci chiamerà con il nostro vero nome?
Perché hanno scelto quel nome per voi? Un buon esercizio sarà quello di porre questa domanda ai genitori. Forse non sappiamo che per loro ha un significato profondo.
Potete anche chiedere nella preghiera a Dio qual è il nome con cui vi chiama e cosa significa, cosa che può avere una forte ripercussione sul vostro senso vocazionale. Ricordate che il Signore vi guarda e vi chiama con il vostro nome proprio.
Offriamo un'Ave Maria in onore del nome di nostra Madre, e chiediamole di avere sempre orecchi attenti e il cuore disposto ad ascoltare e a obbedire come Lei.
Vi invito infine a compiere un piccolo esercizio: quando leggerete il passo biblico che vi piace di più, sostituite il nome dei personaggi con il vostro. Dio vi chiama sempre!