«Vorrei imparare ad essere vicina alle persone nel bisogno come Madre Róża Czacka», ha timidamente dichiarato ai media Karolina Gawrych, 18 anni. La sua guarigione miracolosa, pochi anni fa, ha fatto della religiosa polacca una beata, e la cerimonia si è svolta a Varsavia domenica 12 settembre: accanto a lei il cardinale Wyszyński. È stata Karolina Gawrych, raggiante e in forma smagliante, a portare le sue reliquie davanti a migliaia di fedeli raccolti nella capitale polacca per l’occasione. Eppure il suo terribile incidente avrebbe potuto avere una fine tragica.
All’età di 7 anni, Karolina fu schiacciata dalla struttura metallica di un’altalena. Tra la vita e la morte, fu portata d’urgenza in ospedale. Secondo le diagnosi dei medici, le chances che uscisse viva dall’incidente erano minime: nella migliore delle ipotesi, la bimba avrebbe passato il resto della vita in stato vegetativo, probabilmente sorda e cieca.
Seduta davanti alla porta del blocco operatorio, la madre di Karolina, Renata, non riesce ancora a realizzare. È in quel momento che le si avvicina un’infermiera e le dice: «Signora, se lei è credente, preghi per salvare la vita di sua figlia». Renata chiamò subito la cognata, una religiosa francescana della Congregazione delle Serve della Croce, fondate da madre Róża Czacka (1876-1961). Mobilitò tutte le suore, che quella notte stessa cominciarono una novena invocando l’intercessione della fondatrice. Quindici giorni più tardi, lo stato della giovane cominciò a migliorare in modo medicalmente non spiegabile. Alla fine Karolina ha lasciato l’ospedale in piedi, camminando da sola, e non ha riportato la minima conseguenza dell’incidente. Per le suore francescane non c’è dubbio: la piccola è stata guarita per intercessione di madre Róża Czacka.
Patrona dei non-vedenti
Effettivamente è nel 2017 che, con l’approvazione di papa Francesco, la Congregazione per le cause dei Santi, ha promulgato il decreto sull’eroicità della sua vita e delle sue virtù. Róża Czacka ha appreso all’età di 22 che avrebbe perduto completamente la vista. La futura religiosa comprese in quel momento che poteva fare della propria vita un servizio per i non-vedenti, accogliendo la cecità come una grazia di Dio. Fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane serve della Croce, ha pure adattato l’alfabeto Braille alla fonetica polacca (adattamento successivamente entrato in tutte le scuole del Paese). Morta in odore di santità, è diventata naturalmente la santa patrona dei non-vedenti, ma anche dei “ciechi nell’anima”.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]