Aveva 17 anni quando, per la prima volta, chiese al Signore: “Cosa vuoi da me?”. Lo conosciamo in veste di esorcista, eppure Padre Gabriele Amorth (1925-2016) ha incrociato questo incarico quando era già un prete adulto. La vocazione di Amorth, invece, è stata quella di un giovane affascinato dai Passionisti e dal carisma di don Giacomo Alberione. Un viaggio a Roma, ricorda lui, gli cambiò la vita.
A raccontarlo è il libro “Don Amorth - La biografia ufficiale” (Edizioni San Paolo) a cura di Domenico Agasso.
Nell’estate 1942, in piena guerra, prima di iniziare l’ultimo anno di liceo, Amorth va a Roma con il parroco per conoscere l’ordine dei passionisti (“Mi piacevano i passionisti”, spiegherà), avendo da tempo l’idea di entrare in una congregazione, senza alcuna preferenza, non avendone ancora nessuna conoscenza diretta: “Mi sentivo portato per la vita di comunità, per la vita in qualche ordine religioso”, dice a Rodari.
Quel viaggio a Roma cambia il corso della sua vita. Fa un incontro decisivo, il primo. Succede che i passionisti non hanno posto per accogliere Gabriele e il suo parroco, in cerca d’un letto per la notte. Consigliano di bussare alle porte di un’altra congregazione, i paolini di don Alberione.
Nemmeno lì c’è posto, ma li fanno dormire sui due lettini dell’infermeria. E Gabriele Amorth conosce don Giacomo Alberione, un piccolo prete piemontese che ha fondato la Società San Paolo affidandole il compito di annunciare il Vangelo con i mezzi della comunicazione moderna. È l’incontro che decide il futuro del giovane candidato al sacerdozio.
A don Alberione egli confida il desiderio di farsi prete.
Così racconta l’incontro con l’apostolo della buona stampa a Elisabetta Fezzi (La mia battaglia con Dio contro Satana).
Aggiunge altri particolari su don Alberione nel libro di Saverio Gaeta (L’eredità segreta di don Amorth):