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Un giovane padre contro cancro e Covid: “Ho lottato fin dove ho potuto”

Raphael Voltan enfrentou câncer e covid
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Aleteia - pubblicato il 04/09/21
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L’unione della famiglia di Raphael ha fatto la differenza a livello emotivo e spirituale nella difficile battaglia che hanno affrontato tutti insieme

La lettera di un giovane padre di 31 anni che ha affrontato il cancro e il Covid ha commosso il Brasile.

“Vi amo. Ho lottato fin dove ho potuto. Prendetevi cura di Rhavi, lo adoro, e affido tutti voi a Dio”.

La famiglia di Raphael Melo Voltan ha ricevuto il giorno della sua morte il messaggio che aveva scritto durante l’isolamento in ospedale. L’amore per la famiglia e soprattutto per il figlioletto di un anno è stato un balsamo per alleviare il dolore dell’addio in mezzo alle rigide limitazioni imposte dalla pandemia.

Raphael era stato ricoverato il 29 luglio con difficoltà respiratorie, anche se non aveva il Covid-19. È stato dimesso nel giorno in cui in Brasile si festeggiava la Festa del Papà. Nella stessa settimana, un altro test ha confermato che aveva contratto il coronavirus. L’11 agosto è stato nuovamente ricoverato, con febbre alta e mancanza di ossigeno. È rimasto in isolamento senza poter essere intubato per via dei tumori che aveva nel petto. Visto che i polmoni erano già molto debilitati, purtroppo non ha resistito.

Raphael aveva avviato di recente una campagna per acquistare un farmaco che costa 360.000 reais (58 euro) per curare il cancro che si era diffuso a polmoni, pancreas e reni. Non avendo un’assicurazione sanitaria, tutto il trattamento doveva essere realizzato attraverso il Sistema Unico Sanitario (SUS) brasiliano. In una delle visite, ha ricevuto la dura notizia per la quale tutte le opzioni disponibili del SUS erano esaurite.

Poco dopo, Raphael ha saputo dell’esistenza di un trattamento con il farmaco Pembrulizumab, che aveva però un costo elevato, e ha quindi iniziato la campagna di raccolta fondi online per comprarlo.

Malgrado tutta la sofferenza per la battaglia contro il cancro e le tante difficoltà per raccogliere il denaro necessario per il trattamento, Raphael ha sempre cercato di stare vicino alla sua famiglia e di essere un padre più presente possibile, come dice Estela, la sua fidanzata, che quando è stata scoperta la malattia che lo aveva colpito era al settimo mese di gravidanza.

“Ha fatto tutto per Rhavi, lo amava tanto. Era una persona allegra e divertente. Poteva essere debole, ma insisteva per stare tutti insieme. Amava gli amici e la famiglia. Era grato per quello che avevano fatto per lui. Grazie alle persone che hanno offerto un aiuto ha potuto sottoporsi al trattamento. I suoi genitori, Dilma e Rubens, sono sempre stati con lui. Ha lottato molto per noi”.

La forza della famiglia

Dilma ha insistito per stare accanto al figlio durante tutta la sua battaglia contro il cancro, un linfoma non Hodgkin, mentre Estela si prendeva cura del bambino. È stata la madre di Raphael a custodire la lettera che il ragazzo ha scritto nell’ospedale São Vicente, a Jundiaí.

In un’intervista durante il trattamento, Raphael ha detto della sua famiglia:

“Tutti mi hanno accompagnato e si sono preoccupati di me da quando l’ho saputo. Questo ti rende più forte. La famiglia e gli amici che sono lì, volendo solo il tuo bene, mandando messaggi. I miei amici mi hanno sempre dato speranza. Mia madre, mio padre e i miei familiari sono sempre stati al mio fianco”.

Vale la pena di ricordare che per i cattolici visitare e accompagnare i malati è un’opera di misericordia. L’effetto dell’affetto e dell’amore ha un’importanza fondamentale per il paziente, e anche nei casi in cui non esiste la possibilità di una guarigione fisica, il balsamo spirituale ed emotivo derivante dal fatto di poter contare sulla famiglia ha un valore incalcolabile.

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