di Sandra Estrada
Possono dirci che saper discernere è necessario, che dobbiamo farlo di fronte a qualsiasi opzione di vita importante, ecc., ma chi ci dice come farlo?
Sant'Ignazio di Loyola, nel suo libro Esercizi Spirituali, ha una sezione speciale per questo, intitolata Regole di discernimento. Sono regole che molti cattolici seguono, anche senza saperlo.
Dio è in quello che mi dà pace, non nella confusione o nel nascondimento. Dio chiama con dolcezza, mi chiama dove gli offro “la maggior gloria”, ecc.. A volte, però, abbiamo bisogno di qualcosa di più concreto...
Per questo, vorrei condividere due domande derivanti dalle regole di Sant'Ignazio e che credo ci aiutino moltissimo a sapere concretamente cosa scegliere quando dobbiamo prendere una decisione importante.
Sant'Ignazio esortava molto all'introspezione, alla conoscenza di sé, al “discernimento degli spiriti” - cosa significa conoscersi per capire da dove vengono le nostre passioni, se sono desideri puri o oscurati da ferite del passato, da desideri passeggeri come ansia di piacere, riconoscimento, denaro, potere, e allora poter decidere “indifferentemente” “questo è bene per me”, “questo no”.
Come dice Sant'Ignazio, c'è una questione di base da considerare prima di discernere: non scelgo tra qualcosa di positivo e qualcosa di negativo, ma tra ciò che è buono e ciò che è migliore.
Come dice San Paolo, “tutto mi è lecito, ma non tutto giova”, e questo può anche consolarci. Non è che la voce di Dio sia difficile per me, ma le decisioni sono effettivamente complesse, perché Dio ci ha donato la libertà di scegliere.
In questo, però, dobbiamo chiedergli la grazia di distinguere cosa ci aiuta a procedere in quel cammino di libertà e non schiavizzati da false promesse di felicità.
Quando tutto questo ci confonde o ci offusca, ci spinge interiormente verso una via o verso l'altra. O quando non riesco a mettermi in pace per pregare e decidere con la compagnia di Dio... che domande ci si possono porre?
1. Da dove viene questo desiderio, e dove mi porta?
Se, ad esempio, ci stanno offrendo una nuova opportunità (cambiamento di carriera, un viaggio, un lavoro, una comunità...), è utile chiedersi da dove viene quel desiderio: dalla paura del rifiuto, da quello che diranno gli altri? Sto fuggendo dal mio passato? Non voglio affrontare qualcosa o ho perso la fiducia in Dio e sono disperato perché ho una scarsa autostima?
Dove mi porta? A una vita in pace, coerenza, amore e servizio, o a una vita turbolenta, amareggiata, lontana dagli altri?
2. Dove vado, e a quale scopo?
Ora immagino di optare per “X”... a che pro? Se inizio un fidanzamento, un viaggio, un progetto... ha futuro, darà frutti migliori?
Ad esempio, nell'ultimo semestre dell'università volevo lasciare per provare la vita consacrata. Il mio direttore spirituale, un sacerdote, mi ha detto: “Perché vuoi andartene? Per aiutare meglio questo mondo? Saresti di più aiuto avendo completato il corso o se lasciassi tutto a metà?”
Come ultimo consiglio al momento del discernimento... abbiate pazienza
Credo che sia importante sapere che a volte dobbiamo avere più pazienza che “abilità” per discernere. Che Dio non ci sta perseguitando, né rovineremo i Suoi progetti perché abbiamo fatto qualcosa un giorno o un anno dopo.
Confidiamo nel fatto che Dio plasma il nostro cammino come un processo e ci offre segni per decidere mentre camminiamo, e poi ci si rivelano altri segni... dobbiamo essere pazienti e attenti.
La prossima volta che dovrete prendere una decisione importante ricordate queste due domande, e ricordate soprattutto che avete un Dio che vi ama.