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Eutanasia, Fedez fuori controllo contro la Chiesa: “Avete rotto il c….”.

FERRAGNI, FEDEZ, MATRIMONIO

Fedez e sua moglie Chiara Ferragni

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 28/08/21
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Il rapper a favore dell'eutanasia legale se la prende con il Vaticano che difende la vita

Referendum per l’eutanasia legale: ancora offensivo e rabbioso il rapper Fedez contro la posizione della Chiesa che, invece, difende la vita. 

Il rapper ha commentato su Instagram la notizia sull’opposizione dei Vescovi italiani e della Santa Sede alla campagna dell’associazione di Luca Coscioni a favore del referendum sulla legalizzazione dell’eutanasia (qds.it, 26 agosto). Fedez e la moglie Chiara Ferragni sono notoriamente schierati a favore della cosiddetta "dolce morte".

Il mondo cattolico, invece, non sostiene la «depenalizzazione dell’omicidio del consensenziente», prevista dal quesito referendario. Ed è a favore delle cure palliative e trattamenti che possono accompagnare il malato verso un fine vita più sereno possibile, privo di atroci sofferenze.

Con il referendum, l’espressione del voto favorevole dell’elettore è nel senso di abrogare parte dell’art. 579 del Codice penale, “omicidio del consenziente”. In caso di esito positivo, non sarebbe più perseguibile chiunque cagiona la morte di uomo, con consenso di lui – ma resterebbe punibile soltanto: 1) chi abbia cagionato la morte di un minorenne, 2) di una persona inferma di mente, o 3) che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti, o 4) di qualcuno il cui consenso sia stato estorto.

I soggetti che vivono in una particolare condizione di sofferenza, andrebbero aiutati «a gestire il dolore» e non ad «eliminare la propria vita», questa la replica di Cei e Vaticano, che proprio non è andata giù a Fedez. 

Eutanasia

Uno scontro offensivo contro la Chiesa, il rapper lo aveva già innescato durante il dibattito su ddl Zan e Concordato. Allora Fedez aveva utilizzato un linguaggio forte, sostenendo i diritti Lgbtq+, tirando fuori la storia dei preti pedofili non processati, e dimenticando, invece, che la Chiesa ha ormai avviato da tempo procedimenti civili e penali contro abusi e pedofilia, oltre ad una campagna di prevenzione diocesi per diocesi, congregazione per congregazione.  

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