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Araldica, ecco gli angeli sugli stemmi di “guardascudo” e francescani

Angeli "guardascudo" nello stemma dei reali del Portogallo.

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 28/08/21
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Le più comuni raffigurazioni sono quelle che li riproducono a figura intera, adulti (angeli) e infanti (angioletti), seguono i cherubini, i serafini, gli arcangeli

Nello stilare questo articolo sono grandemente debitore allo storico Maurizio Ulino di Campagna (SA) che anni fa tenne, durante un convegno internazionale di angelologia nella mia parrocchia di Santa Maria La Nova a Campagna, una apprezzata relazione sull’araldica angelica. 

Gli angeli sono entità spirituali che assistono e servono Dio, svolgono un’azione intermediaria con il Mondo materiale. Essi, sulla base della collocazione nei cori angelici assumo nomi, caratteristiche e funzioni distinte. Anche la loro rappresentazione varia a seconda dell’azione e della mansione, assumendone carattere specifico.

Le più comuni raffigurazioni sono quelle che li riproducono a figura intera, adulti (angeli) e infanti (angioletti), seguono i cherubini, i serafini, gli arcangeli. 

I cherubini appartengono al coro angelico, nelle funzioni sono dediti alla protezione, stanno a guardia dell'Eden e del trono di Dio. Sono sinonimo di saggezza divina per tale motivo sono rappresentati con una testa in maestà tra due o quattro ali. 

Il serafino, posto nella prima gerarchia celeste, è la figurazione di una delle nature angeliche identificata come fuoco ardente, perché vive la conoscenza (interna, esterna, superiore) e la potenza di Dio. 

CHÉRUBINS RAPHAEL

I cherubini posti su cornici araldiche sono detti anche guardascudo, sono simbolo di protezione fisica e di illuminazione spirituale. Generalmente il cherubino è posto sulla cornice accartocciata o, in assenza di cornici, direttamente sull’arme. 

Può essere collocato in qualsiasi posizione dello scudo, generalmente sopra, ma anche sotto e nel periodo barocco essi sono collocati sulla base della “luce” che si vuole dare all’immagine. 

Come i cavalieri e i nobili in genere anche gli ordini ecclesiastici regolari e secolari, utilizzano simboli araldici di distinzione, ed appartengono specificamente all’araldica ecclesiastica.

Negli stemmi prelatizi aventi emblemi angelici indicati in questa esposizione, sono stati proposti stemmi con angeli contrassegnati dai cappelli cardinalizi, arcivescovili (metropolita - con pallio -, non metropolita e ad personam) e vescovili.

Questi cappelli sono guarniti dai segni esterni distintivi, riconoscibili, dalla croce singola o doppia, dal numero delle nappe oltre che dai colori (nero, verde, porpora), che ornano il rispettivo blasone.

Di per sé la condizione sacramentale vissuta da un religioso paragona la sua persona agli angeli, poiché essi, alla pari degli spiriti celesti, sono i messaggeri di Cristo sulla Terra.  

Tra gli ordini regolari ricordiamo i Francescani Minori e Minimi. I primi hanno adottato nel loro stemma provinciale un serafino alato, inquartato nell’arme tipica dei francescani, costituita da due braccia incrociate di Cristo e San Francesco con o senza la croce e i monti, dal Cuore di Gesù coronato o non con tre chiodi o senza, con le Piaghe di Cristo. 

Il secondo simbolo araldico è rappresentato dalla scritta Cha/ri/tas in un sole raggiante sostenuto dall’angelo Michele, a volte rappresentato come guarda scudo o, caso eccezionale, invisibile in quanto Spirito, che impose a San Francesco di Paola, fondatore dei Minimi, di adottare per l’ordine religioso da lui fondato.  

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