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Lei ha la sindrome di Down, lui è autistico: un matrimonio oltre ogni standard…di felicità!

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Giovanna Binci - pubblicato il 26/08/21
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Chloe e Jason, lei affetta da sindrome di down, lui da spettro dell'autismo e disturbo bipolare sono la coppia più felice e innamorata che vedrete oggi!

Ecco, io su quell'indefinito (e di solito surgelato) "qualcosa del genere" confesso che mi ci butto molto spesso, Chloe!

È buffo come questa ragazza vada fiera di stare tra i fornelli e in generale del suo ruolo di moglie. Eppure Chloe Bermudez di stereotipi ed etichette ne sa qualcosa. Questa ragazza di Atlanta ha la sindrome di Down e per una "come lei" la vita è di solito piena di divieti, tabù, giudizi preconfezionati tra cui spesso non manca un classico (più classico degli spaghetti con polpette) "non vale la pena vivere una vita così". Per fortuna invece, la sua vita che racconta sui social dal profilo Instagram "it's a special life", è l'esatta dimostrazione del contrario. E per una vita speciale, ci vuole pure un marito altrettanto speciale...e fuori dalle solite etichette!

Nell'aprile 2017, dopo una favolosa proposta di matrimonio con tanto di caccia al tesoro per la città, parenti e amici presenti e giro in elicottero (ve l'ho detto che il tipo era pur of standard nel senso più "WOW" del termine) ha detto sì al suo ragazzo, Jason Ivey

Lascio il video a tutti i maschietti in cerca di idee e a tutte le femminucce romantiche, con Kleenex a portata di mano:

Jason è affetto da disturbo dello spettro autistico e da bipolarismo, ma "non mi arrabbio più perché ci lavoro sopra", ha detto in una video intervista all'associazione SBSK

Ammettono di aver bisogno di aiuto nella gestione di alcune parti della vita familiare, ad esempio il budget (anche se vorrei tranquillizzare questi ragazzi dicendo che anche io, per quello, sono davvero negata al punto da abbandonare qualunque taccuino delle spese o forma di organizzazione per abbracciare l'entropia e il brivido dello "speriamo che non abbia finito il credito nella VISA"). 

Vorrebbero avere dei bambini, ma per il momento si "allenano" a cantare ninne nanne alla loro bambola Giselle

Per il resto, in questa famiglia c'è tutto quello che serve: gli spaghetti, molto amore e pure i versetti della Bibbia sui cornicioni della casa, come si legge sotto la foto dei lavori di costruzione. 

Soprattutto c'è la consapevolezza che non possiamo farcela da soli, seppur in coppia. Cosa che noi "normali" forse tendiamo a dimenticare più facilmente di chi invece sugli altri è più abituato a contare senza per questo sentirsi "meno" o inutile. Non parlo solo di cucinare, pulire o tirare avanti la casa perché non è questo che dà la garanzia di "per sempre" (anche se ammetto che le patatine fritte aiutano). E comunque, a giudicare dalle foto, Chloe e Jason se la cavano benissimo da questo punto di vista. 

Questa coppia scardina il nostro concetto matrimonio: quello fondato sul "sistemarsi" e "farcela da soli". È giusto ricercare l'indipendenza e trovare la propria strada, ma non significa solo definire degli "standard" di buona riuscita dell'operazione. Avere stipendi abbastanza alti, essere abbastanza innamorati, permettersi una casa con tre camere e due bagni. Contiamo sempre sul nostro "fare" mentre Jason e Chloe, abituati forse più di noi ad affidarsi e a fare i conti con i limiti, sanno che la felicità, uno standard non ce l'ha. La loro vita così fuori dalle etichette e dalla "normalità" ci ricorda che anche il matrimonio non può essere una convenzione. Forse più una convinzione, quella che hanno loro quando rispondono con  gioia e gratitudine negli occhi alla domanda dove si vedono tra sessanta anni: "ancora insieme".

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