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Gesù continua a bussare al sepolcro della nostra anima

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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 25/08/21
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Possiamo imbiancare la nostra infelicità, ma non possiamo ingannare Gesù. Lui ci vuole felici, per questo continua a bussare al sepolcro della nostra anima.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume.
Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti,
e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti;
e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti.
Ebbene, colmate la misura dei vostri padri! (Mt 23, 27-32)

Come si potrebbe dire a una persona che esteriormente sembra il migliore di tutti, ma in realtà dentro si porta i frutti peggiori della morte? Gesù ci aiuta con le parole durissime del vangelo di oggi:

“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità”.

La durezza di Gesù è proporzionale all’amore che prova per questa gente. La sua è la parresia dell’amore, la chiarezza di chi sa che soltanto dicendo la nuda e cruda verità magari ci si può svegliare.

Ma delle volte è così dura la scorza che ci siamo costruiti intorno che nemmeno le martellate dell’amore possono demolire le nostre chiusure. E Gesù comunque continua a bussare, a battere, a martellare, nella speranza che qualcuno alla fine capisca che una vita vissuta con la morte dentro e l’ipocrisia fuori non rende felice nessuno.

Riusciamo a diventare maestri guardando la storia passata ma alla fine commettiamo nel presente i loro stessi errori. Sta parlando con me e con te. A noi sta rivolgendo queste parole dure. E noi come vogliamo reagire? Vogliamo anche noi indignarci? O vogliamo aprire questa porta e lasciare finalmente entrare aria pulita?

L’ipocrisia finisce di essere un problema solo quando si decide di smettere di fingere di essere migliori e si accetta di essere bisognosi come tutto il resto del mondo.

L’ipocrisia è quel guscio dentro cui ci rifuggiamo per non affrontare mai veramente l’incontro con la verità di noi stessi. Gesù ci dice non solo che quell’incontro è necessario, ma che Lui è con noi affinché non ne rimaniamo schiacciati.


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