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I due volti delle nozze che rendono valido un matrimonio

WEDDING
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Orfa Astorga - pubblicato il 20/08/21
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Cosa fa sì che in un'unione ci sia davvero un matrimonio? Ci sono due cose che non possono mai mancare

Ho assistito al matrimonio della figlia di una buona amica, alla cerimonia civile e a quella religiosa. Nella solennità del momento, ho ascoltato le sentite promesse di impegno per la vita da parte dei contraenti. Sono poi andata alla festa, in cui gli invitati hanno goduto di un ottimo menù e di una musica vivace su una pista da ballo piena di allegria.

La mia amica, da madre orgogliosa, osservava compiaciuta gli sposi raggianti che irradiavano gioia e simpatia, traboccanti d'amore. Li guardava con l'atteggiamento di chi vede un progetto pieno di speranza e la certezza della sua realizzazione.

Erano giovani, ben educati, proveniva da famiglie sane e unite, e avevano avuto un fidanzamento formale.

Dopo due anni, però, i due si erano separati.

Quando l'ho saputo, sono tornata con la mente al giorno delle nozze e mi sono chiesta cos'ha visto davvero la mia amica quel giorno e cosa abbiamo visto anche noi.

Un matrimonio è come la luna: ha due volti, e se ne osserva solo uno.

Quello che si può vedere è l'atto con cui un uomo e una donna contraggono matrimonio acconsentendo per libera volontà all'impegno di un amore dovuto in giustizia, che ammettono a voce alta di fronte alla società e al popolo di Dio.

Siamo stati testimoni di quel consenso, che è quello che provoca veramente il matrimonio: non quello stabilito da un giudice, un ministro religioso o dai documenti che si firmano, né la cerimonia civile o religiosa.

Quello che abbiamo visto quel giorno è che i contraenti sono partiti single e sono finiti sposati con un matrimonio valido, che non poteva essere dichiarato in un momento nullo o inesistente.

L'altra faccia non visibile è stato il fatto che gli sposi, pronunciando il “Sì” che abbiamo ascoltato, lo hanno fatto dal più profondo del loro essere in una donazione piena e totale di se stessi e in un'accettazione totale dell'altro che può fare solo chi si sposa in un atto di profonda natura personale.

Così personale che loro, e solo loro, possono stabilire in quel momento in un vincolo indissolubile con il quale, unendo la loro natura maschile e femminile, corporea e spirituale, diventano un solo spirito e una sola carne.

È per questo che gli sposi sono gli unici che si possono sposare e farlo da sé, per cui non è qualcosa che possano fare a distanza, ovvero delegandolo al più onorevole rappresentante, per quanto possano essere scusabili le circostanze in questione.

Un conto è quindi il consenso, l'altro il vincolo matrimoniale che hanno stabilito in modo vero e reale con il loro essere per diventare unione e vivere nel bene e nel male, nella salute e nella malattia, tutti i giorni della loro vita.

In quel matrimonio, la forza del consenso è stata debole quanto lo è stato il vincolo, e tuttavia erano interamente validi.

Validi, per quanto fragili, e contenevano in potenza la comunità di vita e amore in totale pienezza... e per questo indissolubile.

Per questa ragione, i motivi di chi fallisce nella vita matrimoniale sono sempre motivi sbagliati.

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