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Sant’Elena e le reliquie della Passione di Cristo

SAINT HELENA
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Maria Paola Daud - pubblicato il 19/08/21
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La storia deve molto alla madre di Costantino: si è recata a Gerusalemme e ha trovato il Golgota, sepolto sotto un tempio pagano

Flavia Giulia Elena proveniva da una famiglia plebea, era sposata con il militare Costanzo e venne ripudiata per motivi politici nel 292. In questo modo, Costanzo poté sposare la figliastra di Massimiano, e così si stabilì la parentela imprescindibile tra i membri della tetrarchia per poter governare Roma.

Quando suo figlio Costantino sconfisse il rivale Massenzio nella famosa battaglia di Ponte Milvio, divenne padrone assoluto dell'impero. L'onore di Elena venne riabilitato, e lei ricevette il titolo più alto a cui potesse aspirare una donna, «Augusta».


La madre Elena giocò un ruolo fondamentale nella vita di Costantino, ed è forse stata lei a contribuire alla conversione, proprio prima di morire, di suo figlio.

Nella nuova era del cristianesimo, Elena fu testimone di un grande fervore religioso, compiendo buone opere e costruendo le famose basiliche sui luoghi sacri.

Grazie a lei si possono custodire e venerare molte reliquie sacre. Tra le più importanti ci sono quelle relative alla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo:

Socrate Scolastico (n. circa 380) racconta come Elena fece distruggere un tempio pagano. Su di esso c'era un sepolcro, e vi trovò tre croci e il “Titulus Crucis”. Per riconoscere quale fosse quella autentica, le avvicinò a una donna moribonda che venne curata miracolosamente subito dopo il contatto con la “vera Croce”.

La croce, insieme a due spine della corona e a frammenti della grotta della Natività e del Santo Sepolcro, si trova a Roma, nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme.

Nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme si trova anche il “Titulus Crucis”, la tavola con le iscrizioni in tre lingue - ebraico, greco e latino - che indica la motivazione della condanna a morte di Cristo.

L'iscrizione in ebraico ha diverse interpretazioni, mentre è più esplicita in greco - IS NAZARENUS B[ASILEUS TVN IOUDAIVN] - e in latino, I. NAZARINVS RE[X IVDAEORVM] (Gesù nazareno, re dei Giudei).

La Sacra Tunica è quella menzionata nel Vangelo di Giovanni 23: “I soldati dunque, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una parte per ciascun soldato. Presero anche la tunica, che era senza cuciture, tessuta per intero dall'alto in basso”.

Secondo la tradizione, la tunica (o piuttosto parte di essa) venne donata da Sant'Elena a Sant'Agrizio, arcivescovo di Treviri. Treviri è una città in Renania-Palatinato, Germania, in cui la reliquia viene conservata ancora oggi.

La Scala Santa, o Scala di Pilato, si trova nel complesso del Palazzo Lateranense, a un passo dalla basilica di San Giovanni in Laterano.

Si tratta di 28 gradini di marmo che appartenevano al palazzo di Ponzio Pilato e vennero portati a Roma da Gerusalemme da Sant'Elena nell'anno 326.

Nel 589, Sisto V la fece collocare all'ingresso della cappella papale, il Sancta Sanctorum, dove si trova ancora oggi.

È un tipo di arca che ricorda quella assegnata dagli ebrei alla parte del tempio a Gerusalemme in cui si custodiva l'“Arca Santa”, solo che in questa si custodiscono importanti reliquie della fede cristiana, per la maggior parte trasferite da Sant'Elena dalla Terra Santa a Roma.

In alcuni momenti, le reliquie erano numerose e singolari: i sandali del Bambino Gesù, la spugna con l'aceto, alcune pietre del punto in cui si trovava la colonna a cui venne flagellato, il flagello usato per frustarlo, ecc.. Molte sono scomparse a seguito di vari furti.

Tutto ciò che conserva l'arca ha un valore incalcolabile per i cristiani, come conferma una targa sull'altare della cappella del Sancta Santorum con l'iscrizione latina: NON EST IN

TOTO SANCTIOR ORBE LOCUS (non esiste in tutto il mondo un luogo più santo).

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