È ora che ti vedi
Com’era non sarà
L'ultimo successo di Malika Ayane è un bel pretesto per tornare a parlare di corpo e dintorni.
Ci bastano la moda curvy e le modelle taglia 48 sulla homepage di H&M? Sono abbastanza le star che hanno fatto "outing" mostrando capelli bianchi, smagliature, segni del post parto, occhiaie, lentiggini e chissà a chi toccherà poi?
La verità è che ci serve ancora una giustificazione, per essere noi stessi. Che se dovessi guardarmi allo specchio, senza che Vanessa Incontrada si fosse messa nuda con le sue rotondità in copertina, forse, non sarei così accondiscendente coi miei, di chili di troppo.
Si può anche accettare, ma amare è un'altra cosa.
Senza contare che spesso, se la magrezza, come dice Malika Ayane nell'ultima intervista su "la Repubblica", "è sopravvalutata", deve comunque esserci la ricerca di una forma che sia prima di tutto sana, anche se curvy, e non solo un mero manifesto pubblicitario plus size.
Quello non fa stare bene nessuno.
Scardinare degli standard non significa liberarsi. Significa solo darne di nuovi, più morbidi, più inclusivi, ma comunque mai assoluti. Anche nell'era del #bodypositive, piacersi come si è resta sempre una sfida. La verità è che non basta che qualcuno ti dica che vai bene o come devi essere, se sbagliamo il luogo dove cercare. Quel luogo non sono i social e nemmeno le copertine dei giornali.
Quel luogo non è il frigo o sopra una bilancia.
Se partiamo da lì, non arriveremo mai a un rapporto sereno col nostro corpo.
Obesità, anoressia, bulimia: qui siamo oltre la semplice incapacità di accettarsi, piacersi ed entriamo nella sfera del patologico. Eppure anche qui il vero problema ha sempre poco a che fare con la ricerca estetica e molto più con una "fame" di altro. Motivo per cui parlare solo di diete o eliminare le taglie 38 dai cataloghi non può essere l'unica soluzione. Non c'è da togliere o mettere cibo, quanto da saziare con certezze, comprensione, risposte, senso.
È preoccupante il dato che parla di una crescita tra i più giovani (proprio quelli che frequentano molto il mondo inclusivo e senza taglie o tabù dei social) dei disturbi alimentari.
Secondo un report del Ministero della Salute, nel primo semestre 2020 si sarebbe riscontrata una crescita del 30% dei casi, specie tra i giovani. Non solo. Cala l'età di insorgenza dei disturbi alimentari, spesso sotto i 14 anni, e aumentano i casi nella popolazione maschile. (Fonte leggo.it)
Con la pandemia, l'anoressia nervosa la fa da padrona tra i ragazzi costretti a casa con la DAD, le ridotte attività fisiche e possibilità di incontro oltre allo stress generalizzato.
È un attimo trasferire paure e ansie sul cibo, spostare il malessere interiore sulla nostra immagine esteriore. Anche se lavorassimo su una forma fisica che ci appaghi, è sempre l'anima che bisogna ricominciare a nutrire per prima, come spiega anche Malika:
Come canta nell'ultimo successo a Sanremo 2021, occorre prima di tutto vedersi. Prima di pesarsi, prima di depilarsi, prima di mettere creme varie, prima di fare cardio e addominali, prima di aprire il frigo, di fare diete, ci serve uno sguardo vero sul nostro essere, di cui il corpo allo specchio sarà immagine più tangibile. Quell'immagine, per assomigliare davvero a noi e non ai pezzi vari di un qualche vip in copertine patinate, deve prima di tutto riflettere un'anima sazia, piena.
Così non accetteremo solamente, ma sapremo abbracciare ciò che siamo, dentro e fuori.