La fiction Don Matteo, interpretata da Terence Hill spopola in Italia, ma non incassa i favori della critica americana. Negli Stati Uniti è persino vietata ai minori di 13 anni.
Come mai Don Matteo è “sconsiderata” oltre oceano? Ha provato a rispondere a questa domanda la rivista specializzata Hall of Series. Che tuttavia non ha trovato una motivazione specifica “anti Don Matteo”.
«La stampa statunitense non dedica molta attenzione al Matteo nazionale, quello in tonaca - si legge su Hall of Series -. Nessuna scheda su Rotten Tomatoes, nessuna testata di prestigio come The Guardian o The New York Times a tessere le sue lodi oppure a stroncarla senza pietà. Come spesso sentiamo dire fastidiosamente sul web: purché se ne parli. Invece, per il povero don Matteo Bondini neanche una mezza sillaba d’incoraggiamento».
La fiction Don Matteo, non figura neanche in quegli articoli di rilievo che suggeriscono le migliori serie per imparare l’italiano, tra cui ci sono addirittura Suburra e Gomorra. «Eppure la fiction italiana è disponibile in streaming nel catalogo di Amazon Prime US in lingua originale, sottotitolata in inglese, ed è perfino vietata ai minori di 13 anni, come una qualunque serie crime».
Scorrendo le recensioni lasciate sulle pagine ufficiali della fiction, sui canali di Terence Hill e su piccoli blog americani, ma anche su IMDb e su Amazon, è possibile leggere solo note positive (www.hallofseries.com).
La recensione dell’americano "medio" è di questo tipo:
Il pubblico americano, dunque, ha in comune con quello italiano la passione per la fiction con Terence Hill. Il segreto di questo successo, che non viene colto dalla critica e dagli esperti di serie Tv americani è nella «fatica, passione e voglia di non mollare mai», secondo il produttore Lux Vide Luca Bernabei.
«Ogni storia di successo - dice Bernabei - è una storia di fatica e di amore per il nostro lavoro, me lo ha insegnato mio padre per tanti anni in Rai. Anche io e Terence Hill ce lo ripetiamo prima di ogni nuova serie: creiamo nuove storie puntando al meglio, grazie anche ad un gruppo di veri professionisti, attori e sceneggiatori, insieme al regista».
«Noi cattolici e credenti», afferma Luca Bernabei, «dobbiamo smetterla di avere un atteggiamento remissivo, pensando che non ci sia posto in questo mondo per quello in cui crediamo».
C’è posto, spiega, per raccontare di un sacerdote che è innanzitutto un «detective dell’anima»: il nostro compito, continua Bernabei, è «portare la nostra fede nel mondo senza aver paura, farlo certo con le nuove tecnologie e in modo moderno e farlo con attenzione a come veicolare i contenuti» (www.vaticannews.va).
La gente percepisce con forza che è sempre possibile cambiare le cose rendendole migliori. In questo senso don Matteo non è solo un detective che assicura i colpevoli alla giustizia: è un detective dell’anima (www.vaticannews.va). Ecco perchè piace così tanto alla gente italiana e d'oltre oceano.