Papa Francesco lancia un nuovo monito contro gli abusi liturgici, già sedati con le nuove regole per la messa in latino. E dalla diocesi di Bologna, il cardinale Matteo Zuppi, superando alcune polemiche sorte dopo il motu proprio Traditionis Custodes, applica nell’atto pratico le indicazioni "anti-abusi liturgici" del Papa. E rilancia la messa in lingua latina a determinate condizioni.
Spesso la vita consacrata “finisce nelle posizioni gnostiche più aberranti e ridicole”. Questa la denuncia di Papa Francesco nel videomessaggio ai partecipanti al Congresso virtuale continentale della vita religiosa, in programma in Colombia dal 13 al 15 agosto. Una fede non inculturata, aggiunge il Pontefice, non è autentica. Il Papa esorta quanti abbracciano la vita religiosa a entrare nella specifica realtà in cui si trovano. “Entrate nella vita del popolo”, “entrate con rispetto – sottolinea – per le sue tradizioni”.
“Lo abbiamo visto per esempio – sottolinea il Santo Padre – nel cattivo uso della liturgia”. Non è Vangelo quando ciò che conta è “l’ideologia e non la realtà delle persone” (Faro di Roma, 13 agosto). Una risposta concreta a questo richiamo di Papa Francesco è arrivata da una delle principali diocesi italiane.
Anche nell’arcidiocesi di Bologna proseguirà la celebrazione della Messa in lingua latina secondo la Liturgia Romana anteriore alla riforma del 1970: si terrà la domenica e nei giorni festivi, nella chiesa dove viene svolta già dal 2007. Si tratta della parrocchiale di Santa Maria della Pietà.
Lo ha stabilito l’arcivescovo, il cardinale Matteo Zuppi, nel Decreto (pubblicato sul sito diocesano www.chiesadibologna.it) con il quale, qualche giorno fa, ha dato attuazione in arcidiocesi al motu proprio di papa Francesco Traditionis Custodes, che regola la celebrazione della Messa secondo l’edizione del Messale Romano del 1962. Una decisione che ha sorpreso qualcuno, forse convinto che il cardinale Zuppi fosse in qualche modo contrario a questo tipo di celebrazione.
In realtà il motu proprio di Francesco dispone che la decisione sull’opportunità e le modalità di tale celebrazione venga presa dalle singole diocesi.
In questo caso, il cardinale ha rilevato, e lo dice nel decreto, che la celebrazione avviata 14 anni fa a Santa Maria della Pietà risponde già alle caratteristiche previste dal Papa e quindi ne autorizza la prosecuzione, sotto la responsabilità pastorale dell’amministratore parrocchiale monsignor Massimo Mingardi.