Una suora salernitana avvocato, che difenderà i più deboli al Tribunale di Roma. E’ la storia di suor Francesca, 27enne che prima ha abbracciato i voti temporanei di religiosa e poi ha conseguito il titolo di dottoressa in legge con una tesi in diritto penale.
Suor Francesca non ha profili nè su Facebook né su Instagram, scrive il Corriere di Roma (11 agosto). La congregazione di cui fa parte – che pretende l’anonimato - le ha dato il consenso allo svolgimento della professione e anche a raccontare la sua storia, perché fornisca un esempio del coinvolgimento attivo di un religioso nella quotidianità. «I religiosi sono sempre stati presenti in ogni strato della società», sottolinea Francesca.
A chi le chiede quale sia il senso della sua presenza in tribunale, lei risponde: «Sono al servizio dei poveri».
Fra 15 mesi, con lo svolgimento dell’esame, la suora suggellerà un cammino cominciato quando ha avvertito la chiamata per la sua seconda vocazione, diventare avvocato. «A quel punto ho messo insieme la vita religiosa con un talento che il Signore mi ha donato, che è la mia passione per il diritto».
Da allora, riporta il Corriere di Roma, si è destreggiata fra convento ed esami in Giurisprudenza. Da un paese in provincia di Salerno è venuta fino a Roma a studiare legge e completare il noviziato, salutando il papà e la mamma, nonché i suoi cinque fratelli, orgogliosi della sua determinazione. «Il mio percorso di laurea è stato impegnativo – ricorda Francesca, con un po’ di nostalgia -. Ma non direi faticoso perché mi piaceva molto quello che studiavo».
Lei, per ora, studia con precisione ogni dettaglio dei fascicoli, ha da poco acquistato un cellulare per parlare con il suo dominus, ovvero l’avvocato che l’ha accolta come praticante.