Ci sono molti acronimi per guidare la preghiera quotidiana. Dopo averne usato uno per decenni, di recente sono passato all'ABC della preghiera, che mi aiuta a tenere la mente concentrata ed esprime meglio come dovrebbe essere un vero rapporto con Dio. Ecco come funziona.
Come ha detto Santa Teresa, “per me la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo verso il Cielo, è un’esclamazione di gratitudine e d’amore nella prova, come nella gioia”. Questa è, in una parola, l'“adorazione”.
Adorando Dio, facciamo varie cose allo stesso tempo: riconosciamo la Sua grandezza e la nostra piccolezza, e riaffermiamo fortemente la Sua priorità nella nostra vita. Per adorarlo, ditegli che credete in Lui, sperate in Lui e Lo amate. Nella Sua incarnazione, si è reso “adorabile”, ed è bene immaginarlo in qualunque modo sia più amabile per voi al momento – per me è nella mangiatoia, sulla croce o condividendo il Suo Sacro Cuore.
Ripeto: “Ti adoro, o Dio, dalla profondità della mia piccolezza. Sei così grande, e io sono così piccolo”.
Perché adorare? Perché l'adorazione vi dà gioia. I pesci sono stati creati per nuotare, e sono felici sono in acqua; noi siamo stati creati per conoscere, amare e servire Dio, e ci sentiamo pesci fuor d'acqua se non Lo adoriamo.
Padre Michael Gaitley ha sottolineato di recente la necessità di contare le nostre benedizioni.
Analizzare le benedizioni della vostra giornata vi allena non solo ad adorare Dio come se esistesse soltanto in qualche regno separato, ma anche a legare la vostra adorazione di Dio ai benefici reali con cui riempie ogni giorno la vostra vita.
Analizzo i doni che mi ha dato a livello di tempo, luogo, bellezza, verità e bontà, soprattutto attraverso altre persone e la mia fede.
Perché contare le benedizioni? Perché vi dà un senso di appartenenza. È facile sentirsi soli al mondo, anche quando vivete con altre persone, ma non siete mai soli. Dio vi sorride sempre.
Sant'Ignazio considera l'esame di coscienza un esercizio quotidiano fondamentale. Per lui, ciò vuol dire analizzare innanzitutto le benedizioni ricevute, esaminando poi come e perché a volte le avete usate male o sprecate.
Mi piace analizzare come ho deluso Dio (e me stesso, e gli altri) in uno di questi sei modi. Termino immaginando di baciare ciascuna delle ferite di Cristo e di pregare dicendo: “Mi dispiace tanto, ti voglio bene”.
Perché dolore per i peccati? Perché la contrizione ci dà libertà. È molto facile donare il proprio cuore a beni materiali, comfort e piacere personale, che diventano rapidamente i propri idoli, la ragione di vita. La contrizione riordina le priorità nella vita, facendo mettere Dio al primo posto.
È facile trasformare la preghiera in una lista di desideri per Dio, e quindi io lascio le richieste alla fine. Inizio con la Sequenza di Pentecoste nella sua versione in prosa. Voglio soprattutto i Doni e Frutti dello Spirito Santo, specialmente saggezza, intelletto, consiglio e pace. È un ottimo periodo per cercare queste cose meditando su un passo della Bibbia o un mistero della vita di Cristo come le Beatitudini, l'Eucaristia, Sua madre, la Passione o la Resurrezione.
È anche un ottimo momento per rendersi conto, davanti a Dio, che esistiamo gli uni per gli altri. Cerco di mettere in pratica ciascuna delle Opere di Misericordia, e di pregare per affamati, senzatetto, dubbiosi o addolorati – e per avere la grazia di servirli. È anche un ottimo momento per ricordare chi bisogna perdonare e pregare per loro.
Perché chiedere a Dio? Gesù lo spiega dicendo: “Chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia completa”. E questo mi basta.