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Perché Dio dice di onorare la madre e il padre?

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 03/08/21
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Il quarto comandamento è una sorta di "catena" che si tramanda di generazione in generazione

Perché Dio ci dice di "onorare la madre e il padre"? Che consigli ci dà nei comportamenti da adottare con i propri genitori nella vita di tutti i giorni per esaudire questo comandamento.

Lo spiegano Francesca Maria Forgetta e Vincenzo Testa ne "I dieci comandamenti nella vita quotidiana" (deComporre Edizioni). 

Per scoprirlo, scrivono gli autori, basta prendere tra le mani la Santa Scrittura e in particolare il Libro dell’Esodo al cap. 20 versetto 12:

Si capisce, quindi, che al rispetto del quarto comandamento si legano in maniera profonda conseguenze positive a livello spirituale ma anche frutti temporali di pace e di prosperità.

Ci sarà però anche una ragione perché tutto questo possa essere compiuto. Quale ne è il fondamento? Ogni cosa viene da Dio e dal suo progetto. Sappiamo bene, infatti, che la famiglia è da sempre nei progetti di Dio e ogni sua problematica rende più difficoltoso l’avverarsi del disegno del creatore.

Dunque bisogna essere riconoscenti verso chi ci ha donato la vita, ci ha amato e fatto crescere in età, sapienza e in grazia ed essere docili e obbedienti è la naturale conseguenza dei vincoli affettivi che si sono costruiti e che sono impressi nel cuore di ognuno. È logico, pertanto, che i figli avvertano una grande responsabilità verso i propri genitori che li spinge nel momento del bisogno a fornire loro l’aiuto materiale e morale quando la vecchiaia, la malattia, la solitudine e l’indigenza si faranno vedere.

Decisiva sarà stata la tenerezza, il rispetto, l’amore, la fedeltà e la misericordia con le quali gli stessi genitori hanno tenuto fede al loro impegno educativo. Il loro esempio è, per davvero, fondamentale in quanto educa alle virtù e nell’immagine del focolare domestico, trova concretezza l’esigenza di quella reciproca solidarietà che sostiene le responsabilità comunitarie.

In questa opera educativa, in una parte fondamentale che i genitori dovranno curare con grande impegno è quella alla fede. Si tratta di un’opera lenta che inizia fin dai primi tempi dell’esistenza del bambino e che lo accompagna nella crescita anche e soprattutto attraverso l’esercizio quotidiano della testimonianza dei genitori chiamati, con gesti semplici e ordinari, a far vedere l’amore di Dio. Tutto ciò si esprime e trova compimento nel provvedere ai bisogni dei figli, siano essi materiali o spirituali, nello scegliere gli ambienti della loro formazione umana e sociale e poi nel sostenere le loro scelte professionali o dello stato di vita.

Ma in questo quarto comandamento, si legge ancora in ""I dieci comandamenti nella vita quotidiana", è sottinteso anche il dovere “di onorare tutti coloro che, per il bene, hanno ricevuto da Dio un’autorità nella società”. È evidente che questo dovere, come quello tra padre e figlio, ha le caratteristiche della reciprocità. Pertanto ci sono anche “i doveri di chi esercita l’autorità quanto quelli di chi ne beneficia”.

Ci sono, quindi, doveri delle autorità verso i cittadini che vanno onorati con il rispetto della dignità e, quindi, di un potere che va esercitato con saggezza e tenendo conto dei bisogni di ciascuno in vista della concordia e della pace. A questi corrispondono i do- veri dei cittadini verso le autorità con le quali si deve collaborare per il bene della società secondo criteri di verità, di solidarietà e di libertà. Ed è logico, quindi. che questi doveri vanno sempre confrontati con la coscienza in modo da evitare di seguire i comandi della autorità civili se questi “sono contrari alle esigenze dell’ordine morale, ai diritti fondamentali delle persone o agli insegnamenti del Vangelo”.

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